Berrettini e il piano di Santopadre: i segreti per vincere a Rio

Berrettini, tra mercoledì e giovedì avrà inizio il tour de force che lo vedrà giocare in ben quattro tornei: ecco come si è preparato. 

Da Rio de Janeiro a Miami, passando per Acapulco e Indian Wells. Saranno trenta giorni di fuoco per Matteo Berrettini, che mai come ora vuole coniugare crescita e risultati. Con Vincenzo Santopadre, il suo coach, ha calcolato tutto al millimetro. E le difficoltà nelle quali si imbatterà non lo spaventano neanche un po’.

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Ce ne saranno tante. I quattro tornei consecutivi lo costringeranno a saltare dal caldo al freddo e dal clima secco a quello umido ad una velocità disarmante. Nonché a cambiare superficie, dovendo di volta in volta adattare il suo stile di gioco al contesto in cui sarà chiamato a lottare.

Ma non è questo il momento di avere paura. Berrettini è reduce da una prova magistrale in quel di Melbourne e non c’è nulla che non sia in grado di affrontare. L’obiettivo di questo tour de force non è arrivare sempre e comunque fino in fondo. La missione di Matteo e di coach Vincenzo è, bensì, quella di raggiungere ad ogni tappa un obiettivo ben preciso.

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Berrettini e Santopadre, un tour de force calcolato al millimetro

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Berrettini sta lavorando anche sulla prevenzione degli infortuni ©️LaPresse

A questi appuntamenti si sono preparati con certosina determinazione. Santopadre, intervistato dal Corriere dello Sport, ha spiegato che il “buco” tra gli Australian Open e l’Atp di Rio è stato sfruttato per lavorare non solo sulla preparazione fisica e sul gioco, ma soprattutto sull’aspetto mentale e sulla prevenzione degli infortuni.

Sul versante tecnico si sono concentrati, per sua stessa ammissione, “sul servizio, sulla risposta e sulla discesa a rete”. Perché in fondo, se c’è qualcosa che la gara contro Rafael Nadal ci ha insegnato, è che ci sono tecniche e aspetti sui quali Berrettini deve ancora lavorare sodo.

Rio sarà perciò un importantissimo banco di prova per il campione romano. Tanto più che tra gli spalti ci sarà la tribù Berrettini al completo. C’è nonna Lucia, che è nata proprio da quelle parti e non lo ha mai visto giocare dal vivo, ma ci sono anche il papà, la mamma e il fratello Jacopo. Motivo in più per battersi come un leone e non “sfigurare”.

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