Bufera Sinner, giù le mani: da Treviso con furore

Sinner, che caos: non sembrerebbe esserci via d’uscita, la situazione si è fatta più complicata del previsto.

Servirà presto una bacheca molto più grande di quella attuale, probabilmente. Jannik Sinner l’ha riempita talmente in fretta che potrebbe non esserci spazio, in futuro, per i trofei e per le coppe di cui, sicuramente, il tennista altoatesino farà man bassa nel corso della sua, già straordinaria, carriera.

Bufera Sinner, giù le mani: da Treviso con furore
Jannik Sinner (LaPresse) – ilveggente.it

Già solo il trofeo che porta il nome del campione Norman Brookes, vinto dall’azzurro nello scorso mese di gennaio, custodito fino ad allora in un’elegantissima custodia firmata Louis Vuitton, è piuttosto ingombrante. Ancor più “ingombrante”, a causa delle polemiche che hanno tenuto banco nei giorni scorsi, è, tuttavia, quello che il nativo di San Candido ha portato con sé dalla trasferta al di là dell’Oceano.

Sinner ha vinto, come noto, il Masters 1000 di Madrid, al termine del quale, nel bel mezzo della cerimonia di premiazione, ha ricevuto un bellissimo trofeo. Una sorta di “vaso” di cristallo di design, chiamiamolo così, che ha alzato al cielo fiero e felice della sua performance e della sua ennesima vittoria. Non sapeva ancora, il talentuoso Jannik, che quel cimelio si sarebbe presto ritrovato al centro di una vera e propria disputa il cui epilogo risulta essere ancora assai incerto.

Sinner, ceco o trevigiano? Questo è il problema

Tutto è iniziato quando l’azienda ceca Lasvit, leader nel settore della lavorazione del vetro, ha annunciato con orgoglio, su Facebook, di avere realizzato il trofeo con cui gli organizzatori del Miami Open avevano premiato il mitico Sinner.

Bufera Sinner, giù le mani: da Treviso con furore
Jannik Sinner (LaPresse) – ilveggente.it

Solo che qualcun altro, prima ancora, aveva rivendicato la paternità di quel bellissimo “vaso”, ossia il maestro trevigiano del vetro Marco Varisco: “Quella lavorazione l’ho fatta io. Quella che ho fatto era una lavorazione per conto terzi (gliel’avrebbe commissionato un americano, ndr), non sapevo che utilizzo sarebbe stato fatto di quella coppa. Mi dispiace molto per questa cosa – ha detto dopo il post pubblicato da Lasvit sui social – di solito si collabora tra aziende e a me è venuto spontaneo condividere l’orgoglio di aver fatto un trofeo sollevato dal secondo tennista al mondo”.

“A casa ho ancora anche la campionatura di quel vaso – ha aggiunto – Noi artigiani lavoriamo spesso senza nemmeno sapere dove vanno a finire le nostre opere, collaboriamo con le aziende e lavoriamo per conto terzi. Poi, può succedere che un’azienda abbia bisogno di un appoggio e magari anche questo poteva essere il caso. Io ho eseguito il lavoro che mi era stato commissionato, poi non sapevo a cosa servisse, ero stupito anche io di vedere quella coppa sollevata da Sinner“. Un fastidioso qui pro quo che nulla toglie, in ogni caso, al valore e all’oggettiva bellezza del trofeo ora in bella mostra nella bacheca di Jannik.

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