Criptovalute, era una truffa: tremano gli investitori

Criptovalute, sgominata un’organizzazione che ha fatto cadere nella sua rete oltre mille investitori: i dettagli dell’operazione. 

Italia, Regno Unito, Lussemburgo, Slovacchia. Perfino nelle Isole Vergini Britanniche. Aveva sedi un po’ ovunque, il consorzio mondiale di società operanti nel settore finanziario che, nelle ultime ore, è finito nel mirino delle forze dell’ordine. Più precisamente, in quello del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trento.

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Al vertice di questa organizzazione faraonica c’era un 57enne di Aldeno, un piccolo comune in riva all’Adige. Proprio lui, mettendo in piedi una truffa piramidale, è riuscito ad ingannare oltre mille investitori e sottrarre loro, nel complesso, più di due milioni di euro. Il suo sistema ha funzionato per un po’, ma alla fine è stato smascherato.

Ad insospettire i finanzieri è stata una Srl che, pur essendo operativa a Trento, aveva sede legale a Milano. Questa stessa Srl, nell’ultimo quinquennio, aveva raccolto oltre un migliaio di investitori. Non solo italiani, ma anche stranieri.

Criptovalute, oltre mille investitori raggirati

Cripovalute
©Getty Images

A sostenerla c’era laziali, lombardi, toscani, veneti, emiliani, piemontesi, abruzzesi, calabresi, siciliani. Perfino sardi, lucani, pugliese, liguri e marchigiani. Nonché austriaci, tedeschi e svizzeri. Cosa che è sembrata strana alle forze dell’ordine, tanto da spingerli ad indagare su cosa si celasse dietro quella sede nel cuore di Milano.

È così emerso che la società proponeva ai potenziali investitori un progetto finanziario che consisteva nel minare (che, nel gergo della valute digitali, significa estrarre) una criptovaluta attraverso l’acquisto di server potevano essere utili alla coniazione delle stesse. Ogni quota costava 200 euro più Iva. Pochi, considerando il “miraggio” del guadagno promesso dai truffatori: dicevano, infatti, che l’investimento avrebbe reso loro 10 volte tanto.

Con questo trucchetto, sono stati raccolti la bellezza di 2,2 milioni di euro. Altre sette persone, al di là di quella che era a capo dell’organizzazione, sono indagate nell’ambito di questa operazione.

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