Occhi puntati su Matteo Berrettini, ma i riflettori li accende la fidanzata Vanessa Bellini: look provocante a Montecarlo e social in tilt.
Dopo la sconfitta al primo turno rimediata in Cina, Matteo Berrettini è volato alla volta del Giappone. E mentre lui si preparava per il ritorno in campo, c’era chi, dall’altra parte del mondo, cercava in qualche modo di “rubargli” i riflettori. Non servendosi della racchetta o colpendo palline a velocità supersonica, ma in maniera diversa.

La fidanzata Vanessa Bellini, infatti, con la quale avrebbe iniziato a frequentarsi nel corso della scorsa estate, ha incendiato i social con una foto provocante che ha immediatamente catturato l’attenzione del popolo dei social. Lo scatto in questione la ritrae, presumibilmente, all’interno del Twiga di Montecarlo, dove sta lavorando come ballerina ora che il tour di Marracash si è concluso.
Vanessa posa come una vera diva e tanto è bastato per far strabuzzare gli occhi ai suoi follower. Si è fatta immortalare mentre se ne stava seduta sul bancone del bar del club, con le gambe accavallate, in un look da vera e propria femme fatale.
Tokyo e Montecarlo: due palcoscenici diversi per la coppia del momento
La bellissima ragazza che ha fatto breccia nel cuore di Berrettini indossa, nello specifico, un body nero trasparente e sgambatissimo e stivali cuissardes alti fin sopra il ginocchio. A completare l’outfit, un lungo cappotto in pelle nera.

Uno scatto chiaramente studiato nei minimi dettagli, che ha scatenato seduta stante le interazioni dei follower. Immediata, infatti, la pioggia di commenti e di like, che ha confermato quanto interesse ci sia attorno alla nuova wag che ha appena debuttato nel mondo del tennis.
La sensazione è che Vanessa, con il suo stile riconoscibile, le movenze supersexy e i look sempre più audaci, sia già a suo modo un’icona. E così, mentre a Tokyo si attendeva che Matteo facesse il suo debutto, a Montecarlo arrivava il colpo di scena firmato Bellini. Segno che insieme, anche a distanza, riescono a far parlare di sé.





