Jannik Sinner e altri campioni al centro di una presunta spy story: dagli USA arrivano accuse scioccanti sulla raccolta di dati cerebrali da parte della Cina.
No, non è un racconto fantascientifico. Anche se, in realtà, potrebbe sembrare tale. Il punto, però, è che Jannik Sinner, e con lui altri atleti del calibro di Charles Leclerc, Iga Swiatek e Mikaela Shiffrin, si sono ritrovati catapultati all’improvviso in una spy story che sembra uscita da un film. Peccato solo che le conferme giunte in queste ore suggeriscano che non si tratta di semplice finzione, ma di una faccenda anche piuttosto seria.

A lanciare l’allarme, nelle scorse ore, è stato il giornalista investigativo Pablo Torre, attraverso il suo podcast “Pablo Torre Finds Out”. Secondo quanto riportato, la Cina, attraverso la startup BrainCo, avrebbe raccolto (o starebbe raccogliendo) dati cerebrali di atleti d’élite servendosi, udite udite, di una “bandana elettronica”. Questo dispositivo, che il numero 2 del mondo e gli altri atleti citati in precedenza utilizzano per memorizzare e rielaborare le proprie reazioni durante allenamenti e partite, servirebbe a migliorare la concentrazione sotto stress e in momenti cruciali come, ad esempio, tie-break e match point.
Dietro la tecnologia, però, ci sarebbe molto di più, ed è qui che sta l’ “inghippo”. Secondo Torre, i dati raccolti non verrebbero usati solo a scopo sportivo, ma potrebbero in futuro servire ad addestrare studenti modello e persino soldati del futuro. Uno scenario abbastanza inquietante, insomma, se vogliamo.
L’ombra della Cina dietro la bandana usata da Sinner e non solo
Il podcast, disponibile integralmente su YouTube con il titolo “La Cina ha rubato le onde cerebrali di Jannik Sinner? | PTFO”, dura poco più di un’ora ed è già diventato virale.

Non è la prima volta che Torre svela retroscena scomodi. È stato lui a portare alla luce, come ricorderanno i bene informati, il contratto “in nero” tra Aspiration e la star NBA Kawhi Leonard, aggirando i limiti della salary cap. A confermare l’uso della “bandana” in questione anche nel mondo della Formula 1 è stato Riccardo Ceccarelli, fondatore di Formula Medicine, il programma che Sinner segue sin dai tempi in cui si allenava a Bordighera: “Abbiamo utilizzato l’apparecchio insieme a un dispositivo per monitorare l’attività cardiaca, per osservare cosa accade in situazioni di stress – ha spiegato, intervenendo al podcast – sottolineando come lo scopo sia allenare gli atleti fuori dalla comfort zone.
Per ora, il confine tra realtà e fantascienza resta sfumato. Ma il fatto che negli USA la vicenda sia stata trattata e approfondita con tanta serietà dimostra che quella che sembra solo un’ipotesi potrebbe avere risvolti ben più concreti.





