Cuore, testa e… incenso: così Myriam Sylla ha portato l’Italia sul tetto del mondo

Dall’incenso millefiori al numero tre, Myriam Sylla racconta i rituali e le scaramanzie che hanno fatto da contorno alla vittoria del Mondiale.

Reduce dalla vittoria più importante della sua carriera, Myriam Sylla è ancora un vero e proprio fiume in piena. L’emozione di aver portato l’Italia sul tetto del mondo è intatta, tangibile, tanto è vero che l’azzurra, intervistata da Sportweek, si è lasciata andare a delle inaspettate confidenze che hanno svelato un lato insolito e affascinante dello sport: quello dei piccoli rituali, delle scaramanzie e di quella leggerezza che, a volte, perché no, può fare la differenza.

Sylla
Cuore, testa e… incenso: così Myriam Silla ha portato l’Italia sul tetto del mondo (Instagram) – Ilveggente.it

Nell’intervista in questione, la campionessa azzurra ha spiegato che vincere non significa solo avere talento e ingegno. Di quelli lei e le sue compagne di squadra ne hanno avuti in abbondanza, certo, ma probabilmente non sarebbero stati sufficienti, da soli. “Serve anche fortuna”, ha detto senza esitazioni la schiacciatrice del Galatasaray, ora 30enne.

“Io e la Orro – ha raccontato per motivare l’affermazione sulla fortuna – avevamo dimenticato a casa il Palo Santo, quei bastoncini che si bruciano per togliere le energie negative, così abbiamo comprato in un baracchino l’incenso millefiori. Alessia mi ha fatto anche dei video in cui facevo tipo la sciamano e depuravo la camera. Non so se ho sbagliato perché poi si è scavigliata, ma abbiamo vinto e lei è stata Mvp (giocatore di maggior valore, ndr), quindi direi che il rituale l’ho fatto bene”.

Scaramanzia, leggerezza e destino: il mix vincente di Sylla

La storia di Myriam, all’insegna della scaramanzia, non si ferma qui. Oltre a questo aneddoto, ha rivelato di avere avuto delle buone sensazioni sin dal suo arrivo in Thailandia.

Sylla
Scaramanzia, leggerezza e destino: il mix vincente di Sylla (AnsaFoto) – Ilveggente.it

“Quando siamo arrivati a Phuket per il girone eliminatorio – ha aggiunto – sono entrata nel palazzetto e ho pensato ai numeri. Dicono che il 3 sia il numero perfetto: io ho vinto la Vnl e l’Olimpiade la terza volta che le ho giocate. Ed ero al mio terzo Mondiale… Mi sono detta: vabbè raga, facile. Tutto torna. Poi ci ho ripensato e mi sono corretta: vabbè dai Myriam, basta sparar cazzate e inizia a fare il riscaldamento. Però, scherzi a parte, serve anche questo, a livello di testa”. E chissà che questa leggerezza, questa capacità di sdrammatizzare e ridere persino nei momenti più importanti, non abbia giocato un ruolo determinante nel trionfo delle azzurre.

Perché alla fine lo sport è fatto di dettagli. Non solo di schemi, tattiche e muscoli, ma anche di convinzioni personali, piccoli rituali, battute che tengono lontana la tensione. Sylla lo sa bene: il suo racconto è la prova che, accanto alla fatica e al talento, serve anche la capacità di affidarsi a ciò che non si può spiegare fino in fondo. Che si nasconda proprio lì il segreto delle grandi vittorie?

Gestione cookie