La sfida tra Sinner e Alcaraz si accende anche fuori dal campo: lo spagnolo sorpassa l’azzurro negli spot e nell’immagine globale.
Sarebbe sbagliato pensare che la sfida tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner abbia come cornice il solo campo da tennis. Dopo aver conquistato gli US Open e scalzato l’azzurro dal trono mondiale, l’iberico si è preso la scena anche nell’ambito extra-sportivo. È lui, infatti, il volto scelto da uno dei più grossi marchi al mondo per rappresentare la nuova generazione, un ruolo che lo proietta ben oltre i confini del tennis.

Tutto è iniziato nel momento in cui Nike ha deciso di apportare qualche cambiamento alla propria “filosofia”. Dopo quasi quarant’anni, il celebre slogan Just Do It, che da sempre accompagna lo storico brand, è ufficialmente finito passato agli archivi. Il colosso statunitense dell’abbigliamento sportivo ha lanciato la sua nuova campagna globale, basata su uno slogan simile ma al tempo stesso diverso: Why Do It. Il senso di tale cambiamento è presto detto: è un invito rivolto alla generazione Z, meno incline allo sport e più concentrata su social e smartphone.
“Con Why Do It – ha spiegato Nicole Graham, chief marketing officer del brand – vogliamo accendere una scintilla nei più giovani, stimolandoli a scoprire la grandezza che si rivela quando si decide di iniziare”. Per rendere la campagna più incisiva, Nike ha incentrato la nuova compagna su delle stelle di fama mondiale: LeBron James, Caitlin Clark, Vinicius Jr., Rayssa Leal, Saquon Barkley. Quanto al tennis, sebbene il marchio abbia come testimonial sia il numero 1 che il numero 2, la scelta è caduta su Alcaraz e sulla cinese Qinwen Zheng.
Fuori dal campo è Alcaraz-show: sorpasso a Sinner nella sfida commerciale
Ed è qui che la vicenda si fa interessante, in un certo senso, considerando, appunto, che anche Sinner è sotto contratto Nike ma che, nonostante questo, non compare nello spot. Lo spagnolo, invece, è diventato il volto centrale della nuova campagna, grazie anche al rinnovo firmato poco più di un anno fa per circa 20 milioni di euro a stagione.

C’è di più. Si vocifera con una certa insistente che, molto presto, nascerà una linea “signature”, a lui dedicata, cosa che in passato era stata fatta per Federer e Nadal. Il re del marketing, dunque, benché Jannik ad oggi guadagni più di lui dagli sponsor, è il nuovo numero 1. Il che non significa che Nike lo abbia silurato, intendiamoci, ma solo che, dovendo scegliere, ha preferito scommettere sul carisma e sull’appeal di Alcaraz.
Un duello che non si gioca più solo a colpi di rovescio e match point, ma anche a suon di spot, contratti e immagine globale. E chissà che questo non sia solo l’inizio di un’altra lunga sfida parallela.





