Agli US Open Jannik Sinner si lascia andare ad un’inaspettata rivelazione su Carlos Alcaraz: il retroscena sul loro dualismo fa discutere.
Non v’è dubbio sul fatto che il dualismo tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz sia, ora come ora, il filo conduttore del tennis moderno. E non stupisce, consapevoli di ciò, che in conferenza stampa venga sempre rivolta, ad ognuno di essi, una domanda specifica sull’avversario. Accade dappertutto e sta succedendo, per ovvie ragioni, anche a New York.

Dopo la vittoria al secondo turno contro Alexei Popyrin, non a caso, al numero 1 del mondo è stato chiesto di tutto un po’. Con un focus particolare, appunto, sul fenomeno spagnolo e sulle differenze che Jannik riscontra affrontandolo sulle diverse superfici su cui si gioca durante la stagione. Ebbene, la risposta dell’altoatesino è stata perfettamente rappresentativa del rispetto reciproco che lega i due giovani campioni. Entrando nel merito, ha spiegato: “Carlos è un giocatore completo, lo abbiamo visto in tante occasioni. Ha vinto il Roland Garros, Wimbledon e anche qui agli US Open. Questo dimostra che sa adattarsi a qualsiasi superficie“.
“È sicuro di sé – ha aggiunto il campionissimo azzurro – e questo rende difficile affrontarlo. Ogni partita richiede un approccio tattico diverso a seconda del campo su cui si gioca. E Carlos ha sempre tante soluzioni da mettere in campo“. Detto ciò, ha evidenziato come, alla luce di tali considerazioni, Carlos non possa che essere uno dei grandi favoriti in ogni torneo: “Ha così tante opzioni, così tanti stili di gioco, che riesce sempre a trovare la chiave giusta. Questo lo rende davvero complicato da fronteggiare”.
Quel rispetto reciproco che alimenta la rivalità tra Sinner e Alcaraz
Una disamina eccellente, quella del numero 1 del mondo – che a Flushing Meadows concorre sia per il titolo, sia per mantenere il suo trono – che si è conclusa, come vedremo, con una frase inaspettata sul suo più acerrimo rivale.

Inaspettata a metà, anzi, perché non è certo la prima volta che Sinner, come del resto il suo rivale, dà prova del suo fair play. “È fantastico per lo sport – ha detto a proposito del suo antagonista, dopo averne tessuto le lodi dal punto di vista tattico – La gente ama vederlo giocare, è divertente e spettacolare. È bello che il tennis possa contare su di lui”.
Dichiarazioni che, ancora una volta, rafforzano l’idea di un dualismo destinato a segnare un’epoca. Un confronto che non è solo tecnico, ma anche culturale, che porta nuova linfa al circuito e che richiama inevitabilmente alla memoria le grandi rivalità del passato, come quella, manco a dirlo, tra Roger Federer e Rafael Nadal.





