Sinner perde il controllo: crolla il muro della disciplina

Anche Jannik Sinner ha un lato oscuro: tra disciplina estrema e momenti di alta tensione, il campione si è concesso un’impensabile trasgressione.

Sappiamo che ama concedersi qualche riposino di troppo, che alla sua età ci sta pure. Sappiamo, poi, che ha un debole per i dolci e che è goloso sin da quando era in fasce. Sappiamo anche che è innamorato, benché non abbia mai pubblicamente nominato la sua nuova fiamma. E sappiamo pure, dulcis in fundo, che adesso ha una passione smisurata per i Lego.

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Sinner perde il controllo: crolla il muro della disciplina (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Sarebbe sbagliato, tuttavia, pensare di conoscere così bene Jannik Sinner. Dietro la sua etica professionale, dietro il suo incredibile stacanovismo, quello di un atleta d’élite, si nasconde, infatti, un lato oscuro di cui solo in pochi sono a conoscenza. Lo dimostra il fatto che in una recente intervista rilasciata al Corriere dello Sport, il fenomeno di San Candido abbia raccontato ai lettori che la sua quotidianità non è tutta rose e fiori come credevamo.

Il tennista altoatesino ha vuotato il sacco e rivelato, al contrario, che anche lui ha spesso voglia di trasgredire. E che, di conseguenza, ci sono momenti in cui ogni regola, ogni disciplina e ogni sacrificio vengono messi da parte, lasciando spazio al giovane uomo che si “nasconde” dietro l’immagine, pressoché perfetta, di un campione che è diventato un punto di riferimento indissolubile in tutto il mondo.

Il lato oscuro del campione: quando il controllo lascia spazio alla libertà

La sua confessione ha preso il là da una domanda sui ricordi d’infanzia. Da quel momento in poi, è stato un fiume in piena. “Mangiavo spesso a pranzo dai nonni – ha raccontato, quando gli è stato chiesto quali sapori del passato ricordasse con più piacere – perché i miei genitori erano sempre al lavoro. Direi la Wienerschnitzel di mia nonna, molto buona. Da mio papà invece ricordo i canederli, o i dolci, come i buchteln“.

Sesto
Il lato oscuro del campione: quando il controllo lascia spazio alla libertà (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Al che, l’intervistatore gli ha chiesto se potesse concedersi, ancora oggi, il lusso di coccolarsi con quelle pietanze. “Non tutti i giorni posso farlo. Quando sono a casa, due o tre giorni in Alto Adige ogni quattro mesi, circa dieci giorni all’anno, in quei giorni non ci sono restrizioni e me li godo a pieno“, ha confessato Sinner. Per chi lo osserva dall’esterno, potrebbe sembrare un dettaglio irrilevante, ma nel mondo implacabile del tennis professionistico è quasi un atto rivoluzionario che, anche solo per qualche giorno, il campione ceda al richiamo della normalità, rompendo le regole e assaporando ciò che in altri momenti è off-limits.

Un contrasto tra il rigore assoluto e la trasgressione temporanea che ci ricorda che vita di un atleta di élite è fatta di regole e sacrifici quotidiani, ma che basta poco, come il ritorno nella terra natia, a spingerlo a cedere alla tentazione e ad abbandonare ogni forma di controllo.

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