Ecco cosa c’è dietro il ritorno di Umberto Ferrara nel team del numero 1 del mondo: Jannik Sinner ha vuotato il sacco, tutta la verità sul ritorno di fiamma.
Non si tratta di nostalgia. Certo, Umberto Ferrara era al suo fianco nel momento più bello della sua carriera, ovvero la vittoria del primo titolo del Grande Slam, ma non è stato questo il motivo che ha spinto Jannik Sinner a riaccoglierlo all’interno del suo team dopo il terremoto causato dalla contaminazione da Clostebol.

E non è un caso che abbia deciso di farlo proprio alla vigilia dell’appuntamento di New York, in occasione del quale il campione azzurro sarà chiamato a difendere il titolo e i punti conquistati lo scorso anno. Probabilmente, anzi, il numero 1 del mondo ha studiato al meglio questa mossa, tanto nei tempi quanto nelle modalità, per essere certo che il ritorno di Ferrara avesse un senso ben preciso.
Ce l’ha eccome, a giudicare dalle dichiarazioni che Jannik ha rilasciato in merito a questo in quel di Cincinnati. Adesso è tutto più chiaro e sappiamo, appunto, che non è stata la nostalgia, e nemmeno la voglia di tornare indietro nel tempo, a spingerlo a riaprire le porte del team al suo ex fisioterapista. A ben vedere, anzi, dietro la sua scelta si nascondono intenti e obiettivi diversi da quelli che si erano ipotizzati in un primo momento.
A New York non si lascia niente al caso
“Ho sentito che, in questo momento, avevo bisogno di qualcuno che conoscesse meglio il mio corpo”, ha detto Sinner quando, in conferenza stampa, gli è stato chiesto perché avesse deciso di mandar via Marco Panichi e di reintegrare Ferrara.
“Abbiamo lavorato insieme per circa due anni, prima di questa interruzione. Il suo lavoro mi ha portato molti benefici. Abbiamo lavorato in ogni ambito del mio corpo: sulla mobilità, sulla stabilità, e anche la resistenza del mio corpo è migliorata. Penso che abbia fatto un ottimo lavoro. Anche con Marco (Panichi, ndr) mi sono trovato bene, ma forse non era la scelta più adatta. Ho sempre avuto buone sensazioni con Umberto”.
Il ritorno di Ferrara è coinciso, per nulla a caso, con un periodo particolarmente intenso per Sinner, ora in gara al Masters 1000 di Cincinnati e si prepara all’ultimo Slam dell’anno. L’obiettivo è chiaro: presentarsi a New York nelle migliori condizioni fisiche e mentali. E la gestione del corpo, per un giocatore che basa il proprio tennis su ritmo, resistenza e rapidità negli spostamenti, è un aspetto decisivo.





