Jannik Sinner, la vittoria a Wimbledon vale doppio: ecco quale altro vantaggio ha ottenuto l’azzurro trionfando contro Carlos Alcaraz.
Ne ha bisogno in campo, ma soprattutto fuori. Perché non c’è nessuno, parola del neo vincitore di Wimbledon, che sia d’aiuto in determinate circostanze tanto quanto lo è Darren Cahill. Pare sia la persona ideale da avere accanto quando si tratta di gestire la delusione derivante da una sconfitta, o quando c’è da canalizzare un’emozione particolarmente intensa. Tipo quella che avrà provato domenica quando ha iniziato a metabolizzare quello che era appena accaduto all’All England Club.

Ecco spiegato, dunque, perché il coach australiano sia una parte fondamentale della vita e della carriera di Jannik Sinner. E come mai il numero 1 del mondo ci tenga così tanto, di conseguenza, ad averlo nel suo team. Tanto da aver fatto di tutto, negli ultimi mesi, per convincerlo a rimanere ancora un po’, benché a gennaio avesse comunicato la sua volontà di chiudere con il tennis una volta per tutte.
Il campione altoatesino non vuole perderlo e forse, è questa la notizia più interessante delle ultime ore, per il momento potrà forse continuare a dormire sonni tranquilli. Già Simone Vagnozzi, qualche settimana fa, aveva fatto sapere al popolo dei social quanto lui e il suo pupillo si stessero adoperando a questo scopo e la situazione, così pare, è finalmente cambiata.
Sinner, mai dire mai: è successo a Wimbledon
Dell’incredibile ribaltone siamo venuti a conoscenza subito dopo la finale di Wimbledon e la vittoria di Sinner, grazie alle dichiarazioni rilasciate dal numero 1 del mondo.

Jannik e Darren avevano fatto una scommessa. prima che scoccasse l’ora dell’ultimo atto dei Championships. Per effetto di questa scommessa, in caso di vittoria, Sinner avrebbe avuto pieno potere in merito alla decisione dell’australiano e ai suoi piani futuri. Quando, infatti, in conferenza stampa, gli è stato chiesto se avesse cambiato idea circa il suo ritiro dalla scena, Cahill ha risposto che sarebbe stato meglio rivolgere quella domanda al suo pupillo.
E il diretto interessato, tutto contento, ha dunque spiegato più tardi che, avendo vinto la scommessa, decidere in merito alla permanenza del coach spettava, adesso, a lui. Va da sé che non voglia vederlo andare via, ma resta da capire, a questo punto, ha aggiunto subito dopo il re di Wimbledon, in che modo organizzare il tutto: resterà al suo fianco, sì, ma non viaggerà più tanto e a lungo insieme al resto del team. Questi sono solo dettagli, però. L’essenziale è che papà Darren, come lo chiama il popolo dei social, non si schiodi da lì.





