Nei giorni che hanno preceduto l’inizio di Wimbledon, non si è parlato d’altro che della serie sul numero 1 del mondo Jannik Sinner.
Prima la vittoria agli Australian Open. Poi, all’improvviso, il buio. Dal momento in cui Jannik Sinner ha alzato al cielo la coppa in palio nella terra dei canguri, non c’è più stato un attimo di pace per lui. La sospensione di tre mesi, concordata con la Wada per mettere fine alla vicenda del doping, era solo la punta dell’iceberg. Non potevamo ancora saperlo, però.

Al suo rientro in campo, infatti, ne sono successe di tutti i colori. La sconfitta a Roma, poi la finale del Roland Garros persa nel peggiore dei modi, ossia sprecando non uno ma ben tre match point. Infine, l’improvvisa sparizione di due delle colonne portanti del suo team. Alla vigilia di Wimbledon, infatti, le voci che si erano già timidamente rincorse nei giorni precedenti sono, purtroppo, state confermate. Il preparatore atletico Marco Panichi e il fisioterapista Ulises Badio non fanno più parte del suo entourage.
Il numero 1 del mondo è arrivato a Londra in compagnia dei suoi coach, Simone Vagnozzi e Darren Cahill, e dell’osteopata Andrea Cipolla. Non una parola sull’uscita di scena dei due professionisti, che erano subentrati ad Umberto Ferrara e Giacomo Naldi all’indomani del caso Clostebol. Dunque non sono ancora noti i motivi di questa decisione, sebbene nell’ambiente si vociferi che a causare l’allontanamento possano essere state alcune “interviste non concordate”.
Sinner, la serie tv è già un successo: non si parla d’altro
Certo è che i meme e i commenti su questo nuovo terremoto nel team di Sinner si sono, nel vero senso della parola, sprecati. Ci sono tifosi che dicono di non poterne più e che pretendono che la loro fede sinneriana venga riconosciuta come “lavoro usurante”, visto che col numero 1 del mondo non si può mai stare tranquilli.

E poi c’è chi ha addirittura proposto una rivisitazione – ovviamente ironica – in chiave Jannik della famosa serie tv Hunger Games, che racconta di una brutale e fantomatica competizione televisiva al termine della quale è prevista la sopravvivenza di un solo concorrente. Quel concorrente è Simone Vagnozzi, il solo a non essere in odor di addio. Almeno in teoria.
Già, perché è doveroso ricordare che anche Cahill, come annunciato all’inizio dell’anno, sta per lasciare lo staff del campione azzurro. Sempre a patto che il suo pupillo e il suo collega, che ci stanno lavorando alacremente, non riescano a convincerlo a rimanere insieme a loro per un altro po’. Con buona pace dei tifosi, che avrebbero – almeno quello – un problema in meno di cui preoccuparsi.





