Sinner, mentalità da campione: quello che ha detto ha lasciato tutti di stucco.
Il popolo del tennis si è spaccato a metà, quando Jannik Sinner ha comunicato che non avrebbe accolto l’invito, giunto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di recarsi al Quirinale. Qualcuno gli ha puntato il dito contro, sottolineando che un invito di questo tipo non si dovrebbe assolutamente rifiutare e che è stato “maleducato”, da parte sua, bidonare il capo dello Stato.

Qualcun altro, invece, gli ha lasciato il beneficio del dubbio, ipotizzando che, magari, ci fossero altre ragioni dietro il due di picche del numero 1 del mondo. Sono in tanti a pensare, in effetti, che Jannik abbia glissato per evitare di rubare la scena agli altri azzurri presenti. Del resto aveva appena vinto gli Australian Open ed è assai probabile che il protagonista indiscusso sarebbe stato lui. Così facendo, invece, ha lasciato che Matteo Berrettini e gli altri compagni di squadra si godessero, senza intromissioni, quel momento di festa.
Sta di fatto che, quale sia il motivo della sua decisione, le emozioni della Coppa Davis sono ancora nell’aria. Una vittoria sudata, bramata tanto quanto la precedente, e ancor più carica di significato. Sì, perché Sinner aveva promesso a Berrettini che quell’insalatiera l’avrebbero vinta di nuovo, stavolta insieme, e così è stato.
Gongola Sinner: Berrettini resta a bocca aperta
E anche a Filippo Volandri, allenatore della Nazionale azzurra in Coppa Davis, sembra ancora di stare un po’ sulle nuvole. Non capita tutti i giorni, d’altra parte, che la propria squadra vinca la Davis per due anni di fila.

Tra un ricordo e l’altro, nei giorni scorsi, il coach si è lasciato sfuggire, poi, una rivelazione inaspettata sul conto del numero 1 del mondo. Il suo pensiero è andato ad uno dei momenti topici dell’edizione 2024 della competizione a squadra, ossia il doppio che Sinner e Berrettini hanno giocato insieme contro l’Argentina.
“La ricerca maniacale dei dettagli fa la differenza – ha detto Volandri parlando di Jannik – Ma lui si diverte anche come un pazzo. Gli piacciono i momenti complicati. Ricordo il doppio decisivo contro l’Argentina. Io e Matteo Berrettini eravamo tesi. Jannik invece ci guardò e disse ‘Ma quanto sono fighi questi momenti’. Ci ha lasciati senza parole. Lui non vede l’ora di giocare queste partite e vivere questi momenti”. Sadico. Sadico e coraggioso. Come solo un numero 1 sa essere.





