Sinner, non è ancora detta l’ultima parola: Djokovic ballerino.
Sarebbe del tutto sbagliato, oltre che scorretto, affermare che la trasferta nella terra dei canguri sia stata per lui fallimentare solo perché, per via di un problema alla gamba sinistra, è stato costretto a ritirarsi nel bel mezzo della semifinale. Il viaggio a Melbourne, al contrario, gli è servito per dimostrare che Novak Djokovic c’è ancora e che, se in forma ed in salute, ricorda bene come far male agli avversari.

Lo dimostra il fatto che, ai quarti di finale, sia riuscito a mettere alla porta nientepopodimeno che il secondo favorito per la vittoria degli Australian Open. Parliamo di Carlos Alcaraz, naturalmente, che stavolta non ha potuto fare altro che arrendersi alla fame e al desiderio di rivincita dell’ex numero 1 al mondo. E forse avrebbe potuto mettere in ginocchio anche Sascha Zverev, se alla fine del primo e agguerritissimo set non avesse – saggiamente – deciso di ritirarsi per tutelare la sua gamba.
Se quel problema non fosse insorto oggi saremmo qui a raccontare, forse, un epilogo completamente diverso, ma tant’è. Il punto, piuttosto, è che non sappiamo se rivedremo mai più Nole giocare sul cemento azzurro del Melbourne Park. Quello che ha detto alla stampa, dopo il suo ritiro dallo Slam, ci fa temere, infatti, che il sipario stia per calare su quest’era straordinaria.
Djokovic ha mentito: così l’hanno smascherato
In conferenza stampa gli è stato chiesto se ci fosse la possibilità che quello del 2025 fosse l’ultimo Australian Open della sua carriera, e lui ha risposto in questo modo: “Non lo so, esiste questa possibilità. Devo vedere come andrà la stagione. Vorrei continuare, ma non sono sicuro di quello che sarà il mio calendario. Se sarò motivato abbastanza e in salute, non vedo perché non dovrei tornare. Ma esiste comunque questa possibilità”.

A smentirlo ci ha pensato, poco dopo, Claudio Zimaglia, che sappiamo essere il fisioterapista e osteopata di Nole. Nell’intervista rilasciata a Gonzo Tennis ha parlato di come sia lavorare fianco a fianco con un campione così esigente, ma si è anche lanciato in un “pronostico” che sembrerebbe cozzare con le parole di Djokovic.
A suo avviso, potrebbe continuare a giocare ad alti livelli per altri 4 anni: “Non è solo genetica – ha osservato Zimaglia – ma anche cura maniacale e quotidiana del proprio fisico”. E a noi non resta che sperare che abbia ragione lui e che Nole possa continuare ad essere dei “nostri” ancora per un po’, con buona pace dei suoi principali competitor, ovvero Sinner e Alcaraz.