Il covo di Sinner è sotto assedio: non possono aspettare

Sinner, non ci è voluto molto perché i suoi sostenitori lo scoprissero: ogni sera, puntualmente, lo attendono proprio lì.

A Indian Wells c’era papà Hanspeter a sfamare le truppe e a garantire a tutti, indistintamente, il giusto apporto di grassi, carboidrati e proteine. Ma Sinner senior aveva nostalgia di casa e di Siglinde, probabilmente, ragion per cui il Sunshine Double, per lui, si è concluso nel deserto californiano. Archiviata la pratica Tennis Garden, ha fatto rientro tra i monti, nel suo bel Trentino.

Il covo di Sinner è sotto assedio: non possono aspettare
Jannik Sinner (LaPresse) – ilveggente.it

A quel punto, a Jannik e al resto della sua splendida ciurma non è rimasto altro da fare che arrangiarsi. Pare che Darren Cahill non se la cavi troppo bene, ancora, con la cucina italiana, soprattutto con la pasta. E anche se al suo pupillo altoatesino, invece, piace stare ai fornelli, di tempo per cucinare per tutti di certo non ne avrà avuto molto, da quando è atterrato in Florida nella speranza di vincere il secondo Masters 1000 della sua carriera. Fortuna che nella ridente Miami il team di Sinner ha trovato un posto che compensa, più o meno adeguatamente, l’assenza di chef Hanspeter.

Secondo quanto riferisce la Gazzetta dello Sport, Jannik e i suoi avrebbero oramai una tappa fissa. Ogni sera, indipendentemente dal fatto che il numero 3 del mondo abbia giocato o meno, si radunano tutti sempre nello stesso posto. La loro casa lontano da casa.

Sinner e quella casa lontano da casa: si radunano tutti lì

E il posto in questione, il loro nuovo quartier generale, si chiama proprio Casa Tua. Si trova lungo la James Ave, nel quartiere di Brickell, ed è il luogo perfetto per chi è in cerca di cibo sano ma gustoso e di un’atmosfera che sia, al tempo stesso, rilassante.

Il covo di Sinner è sotto assedio: non possono aspettare
Un angolo del ristorante Casa tua di Miami (Instagram) – ilveggente.it

I tifosi di Sinner sono a conoscenza della routine del team ed è per questo motivo che il ristorante italiano in questione è oramai diventato un vero e proprio luogo di “culto” per i tanti sinneristi radunatisi a Miami. Si recano lì a qualunque ora del giorno sperando di imbattersi nel loro eroe. Talvolta accade e bisogna ammettere che Jannik non nega mai loro selfie e autografi. E neppure sorrisi, per la verità: è sempre stato gentilissimo, d’altra parte, con chi lo ammira.

Poi tutti a cena, che il pasto dei campioni non aspetta mica. Ma niente dolci, niente caffè. Gli strappi alla regola solo quando si vince. Fortuna che succede spesso…

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