Sinner ha fatto serata: l’ultima volta finì malissimo

Sinner, per poco non è successo di nuovo quello che, lo scorso autunno, era costato caro al tennista altoatesino.

2 novembre 2023. Jannik Sinner batte Mackenzie McDonald al culmine di una battaglia piuttosto impegnativa ed entusiasmante. Fin qui non ci sarebbe nulla di anomalo, tutto sommato, se non fosse che, al momento di lasciare il campo, l’orologio segna le 2:37. E che mancano 14 ore appena alla prossima partita dell’altoatesino.

Sinner ha fatto serata: l'ultima volta finì malissimo
Jannik Sinner (LaPresse) – ilveggente

Il nativo di San Candido ha poi deciso, come noto, di ritirarsi dal torneo di Parigi Bercy. Un po’ per rifiatare prima dell’inizio delle Finals, un po’ per protesta nei confronti di un’organizzazione fin troppo anarchica e poco rispettosa delle esigenze dei giocatori. Il suo gesto, fortunatamente, unito al coro di polemiche che si era levato nei giorni del Masters 1000, ha indotto Atp e Wta a regolamentare gli orari dei tornei. La sessione serale, per effetto delle nuove regole, non può più iniziare più tardi delle 18:30. L’ultima delle partite by night deve tassativamente iniziare entro le 23, anche a costo di spostare su un campo minore una partita di cartello.

La notizia è stata accolta bene dagli atleti, lieti, finalmente, che esistano delle norme alle quali attenersi. Quello che è accaduto a Parigi Bercy, però, resta. Come una macchia indelebile che ci costringerà sempre, in qualche maniera, a guardare l’orologio con un po’ di timore.

Sinner, che paura: ci è mancato poco

Anche in occasione dei quarti di finale degli Australian Open, infatti, Jannik Sinner ha iniziato a giocare molto tardi la sua partita contro il russo Andrey Rublev. Si è provveduto a rispettare gli orari imposti dall’Atp e dalla Wta – eravamo quasi al limite, a dirla tutta – ma la paura, diciamocelo, c’è stata.

Sinner ha fatto serata: l'ultima volta finì malissimo
La Rod Laver Arena (LaPresse) – ilveggente.it

L’ultima volta che il numero 1 d’Italia aveva giocato in tarda serata, d’altra parte, era finita molto male, come abbiamo ricordato poco fa. Di cattivo auspicio, dunque. Indubbiamente. Senza contare il fatto che è sempre difficile, per Sinner ma non solo, adattarsi alle diverse condizioni climatiche della sera, che si ripercuotono sulla visibilità, sul rimbalzo della pallina e su un’infinità di altre variabili di cui solo un occhio esperto può rendersi conto.

Fino agli ottavi aveva giocato sempre in sessione diurna e senza il caldo soffocante, peraltro, che l’ha fatta da padrone nelle edizioni precedenti dell’Happy Slam. Jannik ha dovuto fare dunque uno sforzo in più: oltre al fatto di “tollerare” l’orario di inizio della partita, ha anche dovuto adattarsi rapidamente ad una Rod Laver Arena in versione notturna.

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