Gratta e vinci, crepi l’avarizia: non dovresti mai farlo

Gratta e vinci, davanti a un bivio del genere non è mai facile scegliere quale strada imboccare: tu cosa faresti?

C’è un proverbio italiano che recita testuali parole: “Non è tutto oro quel che luccica”. Nel caso del gioco d’azzardo, è più vero che in qualsiasi altra circostanza. L’oro c’è, è vero, ma in alcuni casi è meno di quanto si creda. Perché purtroppo non si vince, nel caso ad esempio dei Gratta e vinci, l’esatta cifra che appare sotto ai nostro occhi dopo aver raschiato la patina argentata che celava quel piccolo tesoro.

Gratta e vinci, crepi l'avarizia: non dovresti mai farlo
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La storia di Mason Maxwell risulta essere, in tal senso, estremamente emblematica. Quest’uomo abita nel Nord Dakota, ma si reca spesso e volentieri in Florida per prendere un po’ d’aria. Si trovava proprio lì quando, nei giorni scorsi, ha deciso di comprare un Gratta e vinci e di tentare la fortuna. Si è fermato alla stazione di servizio SunStop e ha comprato, con il cuore gonfio di speranze, un biglietto della serie Diamond Mine 20X. Ancora ignaro, naturalmente, di quale bella sorpresa il destino avesse deciso di fargli.

Effettuato l’acquisto, se n’è tornato in macchina e, con l’ausilio di una monetina, ha iniziato a grattare le varie aree del suo tagliando. Fino a che lì, in un’area di sosta parallela all’autostrada 441, a Lake City, non ha scoperto che il suo momento era finalmente arrivato: in quel Gratta e vinci da 10 dollari si nascondeva, udite udite, 1 milione di dollari. Peccato solo che nelle tasche dell’apicoltore del North Dakota non sia arrivata esattamente questa cifra.

Gratta e vinci, una scelta difficilissima

Al momento di riscuotere la sua vincita, presso il quartier generale della Lotteria della Florida, a Tallahassee, l’uomo è stato messo di fronte ad una scelta tutt’altro che semplice.

Gratta e vinci, crepi l'avarizia: non dovresti mai farlo
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Ha dovuto decidere in quel preciso istante se prendere il denaro in contanti o se acconsentire, invece, al pagamento, dilazionato in 20 anni, di una rendita mensile. Nel secondo caso avrebbe ottenuto, seppur nel tempo, l’esatta cifra vinta; la prima opzione prevedeva, invece, una tassazione significativa. Anche lui, come quasi tutti i giocatori d’Oltreoceano che vincono alla Lotteria, ha deciso di accontentarsi di una somma forfettaria. All’atto pratico, sostanzialmente, ha portato a casa poco più della metà di ciò che gli sarebbe spettato: ha perso, così facendo, 305mila dollari.

Il governo federale preveda un’imposta del 24% sulle vincite superiori alla soglia dei 5mila dollari e anche in Italia, per la verità, benché non tutti ne siano a conoscenza, la normativa è molto simile. Dal 1° marzo 2020, ogni vincita superiore ai 500 euro viene tassata nella misura del 20%: la detrazione si applica alla sola parte eccedente la soglia minima, ma anche nel nostro Paese i giocatori sono costretti a rinunciare, di fatto, a una fetta significativa della “torta” che hanno vinto. È giusto? Non è giusto? Non spetta a noi dirlo, ma sta di fatto che sono in tanti a pensare che di fronte ad una scelta come quella che ha dovuto fare Mason Maxwell, si dovrebbe essere un po’ più “avidi” ed incassare la somma intera, seppur dilazionata, piuttosto che accontentarsi di una cifra pesantemente tassata. E voi? Cosa avreste fatto al posto suo?

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