Atp Finals, altro ritiro: Sinner come Steven Bradbury?

Atp Finals, un altro maestro è fuori dai giochi. Ecco perché quello che sta succedendo ci ricorda tanto le Olimpiadi invernali del 2002. 

Siamo a Salt Lake City. È il 2002. La capitale dello Utah sta ospitando la 19esima edizione dei Giochi olimpici invernali. In gara c’è anche Steven Bradbury, pattinatore di short track di origini australiane. Il suo nome, lì per lì, potrebbe non dirvi nulla. Ma vi basti sapere, tanto per cominciare, che questo atleta si è reso protagonista di un’impresa che ancora oggi ha dell’incredibile.

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Nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo su di lui. Bradbury era reduce da un incidente che gli era costato quasi la vita. Sembrava destinato a grandi cose, ma quando la lama di un pattino gli ha reciso l’arteria femorale si è visto costretto a fermarsi per diciotto mesi.

Si è poi ripreso, fortunatamente, ma ai Giochi olimpici i favoriti erano ben altri. Ciò nonostante, ha ribaltato ogni pronostico. Contro, forse, le sue stesse aspettative. Uno dopo l’altro, i suoi avversari sono capitolati. Tra squalifiche ed infortuni, acciacchi e cadute, è andata a finire che Bradbury si è portato a casa l’oro olimpico per i 1000 metri dello short track.

Anche Tsitsipas è fuori dalle Nitto Atp Finals 2021

Tsitsipas-Rublev
Stefanos Tsitsipas ©️Getty Images

È il 2021. Stavolta non siamo a Salt Lake City, ma a Torino. Qui non si pattina; qui si gioca a tennis. Non c’è alcun Bradbury in gara, ma c’è un certo Jannik Sinner che tanto ci ricorda l’atleta di Camden salito sul podio in barba ad ogni calcolo e pronostico. Nel capoluogo piemontese sta succedendo, infatti, qualcosa di molto simile.

Matteo Berrettini ha annunciato ieri, intorno alle 18, la decisione di ritirarsi a causa del problema all’addome che lo aveva bruscamente fermato durante la gara con Zverev. Non è il solo, tuttavia, ad aver detto addio alle Finals. Qualche minuto fa è stato annunciato, infatti, un secondo ritiro.

Anche Stefanos Tsitsipas ha dovuto alzare bandiera bianca. L’infortunio al braccio non gli permette di continuare. Al suo posto subentrerà il britannico Cameron Norrie. Un’edizione sfortunata, verrebbe da dire, con due maestri fuori dai giochi. E chissà che non possa davvero andare come andò nel 2002 a Salt Lake City, quando un ragazzo qualunque diventò un eroe per caso, sbaragliando la concorrenza e dimostrando a tutti che nulla è impossibile. Che se il destino ci mette lo zampino, non c’è pronostico che tenga.

 

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