WhatsApp non è più un posto sicuro? Il report che ti farà aprire gli occhi

WhatsApp, la ricerca della società Kaspersky fa luce su un aspetto piuttosto inquietante delle app di messaggistica istantanea: ecco quale. 

Le app di messaggistica istantanea ci hanno cambiato la vita. Letteralmente. Ci permettono di comunicare in diretta, di videochiamare, di scambiarci file multimediali in maniera rapida e gratuita. Ciò non toglie, tuttavia, che dietro le chat di cui ci serviamo quotidianamente si annidino rischi e pericoli a non finire.

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WhatsApp, in particolar modo, sembrerebbe essersi tramutata in un vero e proprio coacervo di truffatori. Il phishing è sempre dietro l’angolo e bisogna quindi stare bene attenti a non fidarsi troppo facilmente dei contenuti che si ricevono tramite messaggistica istantanea.

Una recente ricerca condotta dalla società di sicurezza informatica Kaspersky, come riferisce Tgcom24, ha portato alla luce un dato piuttosto allarmante. È stato stimato che la maggior parte dei link dannosi viaggia proprio tramite l’app di Menlo Park, per cui va da sé che i suoi utenti siano in serio pericolo.

Occhio ai link che circolano su WhatsApp

WhatsApp
Gli hacker potrebbero cercare di rubare la nostra identità su WhatsApp (Getty Images)

I truffatori si servono di WhatsApp per mettere in atto le più subdole tecniche di phishing. Secondo questa ricerca, l’86,9% degli hacker informatici avrebbe sfruttato WhatsApp per i propri scopi tra dicembre e maggio. Sarebbe più sicura, invece, Telegram, che infatti è stata usata solo dal 5,6% di loro.

Più in generale, la Kaspersky ha fatto emergere un numero da brivido: ogni giorno, nel mondo, si registrano almeno 480 casi di phishing. Il modus operandi è sempre lo stesso: l’hacker tenta d’ingannare la vittima per estorcerle dati personali, finanziari e credenziali e servirsene a suo piacimento.

La truffa, fino a qualche tempo fa, correva prevalentemente sui social network. Nel 2020, però, le app di messaggistica istantanea hanno “sorpassato” Facebook e le altre piazze virtuali, trasformandosi così in un luogo potenzialmente pericoloso e rischioso per gli utenti che le frequentano.

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