Rooney: “I calciatori sono stati trattati come cavie”

In un’editoriale pubblicato sul quotidiano The Sunday Times Wayne Rooney, ex attaccante del Manchester United e dell’Everton, oggi giocatore e viceallenatore del Derby County, ha contestato la gestione dell’emergenza legata al coronavirus in Inghilterra. Rooney ha criticato la lentezza nel prendere le decisioni da parte delle autorità incaricate di tutelare gli interessi delle persone e quelle dei calciatori.

Soltanto nella giornata di venerdì, ritornando sulle decisioni precedenti, la Federazione calcistica dell’Inghilterra ha deciso la sospensione della Premier League, del campionato di seconda divisione e degli altri principali tornei di calcio inglesi. Secondo Rooney per tutta la settimana è mancata una leadership chiara nella gestione della crisi.

“Gli altri sport – tennis, Formula 1, rugby, golf e il calcio in altri paese – si stavano fermando, e a noi dicevano di andare avanti. Credo che a quel punto molti calciatori si siano chiesti se quella decisione avesse più a che fare con i soldi. Perché abbiamo aspettato fino a venerdì? Perché è servito che si ammalasse Mikel Arteta per fare la cosa giusta? Dopo la riunione di emergenza quantomeno la decisione giusta alla fine è arrivata, ma fino a quel momento sembrava che i calciatori in Inghilterra fossero trattati come cavie”.

“Se qualcuno dei miei familiari fosse rimasto contagiato a causa mia nel caso in cui avessi dovuto giocare anche in assenza di condizioni di sicurezza, e magari si fosse ammalato seriamente, avrei valutato di non rimettermi a giocare mai più. E non avrei mai perdonato le autorità”.

Nel resto dell’articolo Rooney si dice eventualmente favorevole a uno slittamento della stagione calcistica fino a settembre. “I prossimi Mondiali si svolgeranno a novembre e dicembre del 2022, quindi potremmo usare questa situazione come un’opportunità e magari potremmo prepararci per il 2022 concludendo questa stagione più tardi, e facendo cominciare le prossime due in inverno”.

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