Jannik Sinner, l’annuncio che tutti aspettavano è appena arrivato: le dinamiche interne cambieranno completamente, ecco in che modo.
Sbagliava chi credeva che il 2025 potesse non essere l’anno di Jannik Sinner. Sebbene il campione altoatesino sia rimasto dietro le quinte per tre mesi, per “scontare” la squalifica dovuta alle tracce di Clostebol rinvenute nel suo organismo lo scorso anno, è riuscito comunque a fare grandissime cose. Prima ancora dell’accordo con la Wada aveva vinto gli Australian Open, domenica scorsa ha trionfato anche sul centrale di Wimbledon. Segno che quei 90 giorni, fortunatamente, non hanno scalfito in alcun modo né la sua grinta e né la sua fame di vittoria.

Per qualche settimana sarà stato un po’ arrugginito, forse, ma non al punto da deporre le armi e lasciare che qualcuno gli soffiasse via quel trono che aveva a lungo sognato e per il quale aveva tanto sudato. Giammai. E a Londra la vittoria, in realtà, è stata addirittura doppia. Si è assicurato, in primo luogo, il suo quarto titolo del Grande Slam, ma ha anche vinto una scommessa che sapeva avrebbe avuto un peso importantissimo sul prosieguo della sua carriera.
Prima di scendere in campo e di affrontare di nuovo Carlos Alcaraz, il numero 1 del mondo aveva fatto un patto con il suo super coach, Darren Cahill. L’australiano, per motivarlo, gli aveva promesso che sarebbe rimasto nel team solo ad una condizione: a patto, cioè, che portasse a casa i Championships e si prendesse la sua rivincita sull’iberico.
Sinner, la retromarcia significa solo una cosa
Detto, fatto. Se glielo avesse detto alla vigilia del Roland Garros avremmo sofferto un po’ di meno, forse, ma tant’è: l’importante è che l’azzurro abbia stravinto e che si sia assicurato, così facendo, un altro anno – almeno – in compagnia di papà Darren.

La sua permanenza nel team è ormai ufficiale, così come è ufficiale che le dinamiche interne, nonostante la retromarcia di Cahill, non saranno più le stesse. Il mitico allenatore continuerà a far parte dello staff, ma sarà comunque meno presente di quanto non lo sia stato fino a questo momento. Come rivelato dal Corriere dello Sport, viaggerà meno e parteciperà solo ad una manciata di tornei. Le sue presenze, insomma, saranno dosate e “selettive”, in maniera tale che si concilino con la sua voglia di godersi la “pensione” e la famiglia.
Il fatto che abbia deciso di rimanere al suo fianco denota, ad ogni modo, un rapporto che va ben al di là della classica gerarchia allenatore-tennista. Cahill sa bene quanto la sua presenza sia rassicurante sul piano umano, oltre che tecnico, ragion per cui ha accettato di buon grado una collaborazione più flessibile per “preservare”, appunto, l’equilibrio del suo pupillo. E solo un padre avrebbe fatto un sacrificio così grande.





