Nulla accade per caso: le reazioni parlano chiaro e sembra evidente il motivo per cui Matteo Berrettini abbia raggiunto il suo punto di rottura.
C’è una bella differenza tra break point e breaking point. Il primo, come noto, è un termine tecnico proprio del tennis; il secondo, invece, si usa in senso figurato e indica il momento critico in cui qualcosa si spezza o cambia radicalmente. Ecco, Matteo Berrettini si è come spezzato e ha decisamente raggiunto, purtroppo, il suo punto di rottura.

Ad ammetterlo, senza neanche provare ad occultare la realtà dei fatti, è stato proprio lui, il diretto interessato, durante la conferenza stampa che ha fatto seguito alla partita contro Kamil Majchrzak. Nessuno avrebbe mai scommesso sulla vittoria del polacco, eppure il romano non è riuscito a domarlo. Colpa di una forma fisica non proprio ineccepibile, ovviamente, non avendo lui giocato per oltre un mese, ma anche di un atteggiamento che è parso molto distante da quello che ha sempre avuto in campo.
Il Berrettini del primo turno di Wimbledon è stato arrendevole, scostante, per nulla battagliero. Non l’erbivoro doc al quale ci eravamo volentieri abituati, ecco. Forse la paura di farsi male ancora una volta, forse il peso delle aspettative, sta di fatto che quella era una bruttissima copia del Matteo nazionale che, 4 anni fa a quest’ora, si batteva come un leone all’All England Club e raggiungeva nientepopodimeno che la sua prima finale Slam.
Berrettini, ritorno al passato per capire il presente
A confermare i timori che già erano emersi durante il match, dicevamo, è stato direttamente lui. “Ho bisogno di prendermi del tempo – ha detto – e pensare al mio futuro perché questo non è il modo in cui voglio stare in campo“. “Il mio team pensava che forse qui mi sarei sentito meglio – ha aggiunto – ma non ha funzionato. Devo prendermi un po’ di giorni”.

Sui social, naturalmente, non si parla d’altro. I detrattori si sono dati alla pazza gioia, sottolineando che Berrettini sia ormai un ex tennista e insinuando che, proprio come Stefanos Tsitsipas, stia meditando il ritiro. Ma c’è anche chi, sinceramente dispiaciuto per l’atteggiamento del romano, ha provato a darsi una spiegazione.
Come si evince dai commenti, molti tifosi sono convinti che l’inizio del declino dell’ex numero 6 del mondo sia iniziato quando, ormai quasi due anni fa, si è separato dal suo coach di sempre, Vincenzo Santopadre. Auspicano, pertanto, una rivoluzione nel suo team (“Nel suo box ha solo amici”, scrive qualcuno) e il ricorso a un mental coach (ce l’ha, ma forse non tutti lo sanno) che possa restituirgli quella motivazione che, evidentemente, è venuta meno per via dei troppi ed incessanti infortuni.





