Paola Egonu e Jannik Sinner, la coppia che scoppia: l’unico limite è l’Italia

Paola Egonu e Jannik Sinner, un amaro destino accomuna i due campioni azzurri: è successo ancora una volta.

Lei gioca a pallavolo, lui a tennis. Appartengono a due mondi diametralmente opposti, eppure, a ben vedere, Jannik Sinner e Paola Egonu hanno molto in comune. E non ci riferiamo al solo talento, che è senza ombra di dubbio la caratteristica dominante del profilo di questi due campioni di fama mondiale.

Paola Egonu e Jannik Sinner, la coppia che scoppia: l'unico limite è l'Italia
IlVeggente.it (LaPresse)

Ad entrambi è spettata, per così dire, la stessa triste ed amarissima sorte. Non che siano i primi atleti nella storia a subire tanta pressione, intendiamoci, ma sembra esserci un vero e proprio accanimento sia nei confronti dell’altoatesino che in quelli della regina del volley femminile. Su di loro pesa, innanzitutto, un’accusa comune: quella di non essere, a detta di molti, degli italiani purosangue. Sinner viene dal Trentino Alto Adige e questo farebbe di lui, secondo l’opinione comune, un austriaco. La Egonu è spesso stata oggetto, come certamente si ricorderà, di insulti razzisti, avendo origini nigeriane. Come se non contasse il fatto che sia sempre nata e vissuta in Italia, ma tant’è.

Sta di fatto che questa erratissima convinzione ha come creato un “muro” tra i due campioni in questione e i presunti difensori della bandiera tricolore. Il fatto che a loro avviso non siano italiani al 100% li ha difatti esposti, sin dal primo istante e con una ferocia inaudita, ad un vero e proprio massacro mediatico. Soprattutto quando, come nei giorni scorsi, escono sconfitti da battaglie importanti.

Paola Egonu e Jannik Sinner, perdere non si può

Paola è reduce da un Europeo deludente, mentre Jannik è stato messo ko da Zverev agli ottavi di finale dello Us Open. Due scivoloni che in tanti non sembrerebbero disposti a perdonare, ma anzi a rinfacciare ogni volta che se ne presenterà l’occasione.

Paola Egonu e Jannik Sinner, la coppia che scoppia: l'unico limite è l'Italia
IlVeggente.it (LaPresse)

Un modus operandi tutto italiano, questo, che ha già fatto parecchie “vittime” in passato. Un modo di pensare che non ha niente a che fare con il tifo vero, quello incondizionato. Un vero e proprio gioco al massacro, dunque, che trova nei social network il palcoscenico ideale. Cosa che non accade negli altri Paesi, che offrono il loro appoggio ai propri campioni nel bene e nel male. Quei Paesi in cui una sconfitta non genera necessariamente, come in questo caso, critiche e polemiche.

“L’Italia non ti merita” è un ritornello piuttosto frequente tra i commenti in calce ai post della Egonu. E a scriverlo sono tanti, tantissimi, estimatori turchi, che rimpiangono la partenza di quella campionessa che, dopo una parentesi al VakifBank, ha deciso di tornare dove il cuore la portava. Inconsapevole, forse, del fatto che, ancora una volta, le sarebbe stato riservato proprio quello stesso trattamento che l’aveva spinta a lasciare il Bel Paese per un po’. Perché il lupo perde il pelo, sì, ma non il vizio.

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