Musetti come Berrettini: cosa non si fa per “amore”

Musetti, quando l’amore è vero non c’è ostacolo che possa mettersi di traverso: il dolcissimo racconto del tennista carrarino.

Farsi le ossa nel mondo del tennis non è facile. Non basta il talento, che pure è ovviamente indispensabile. Agli allenamenti, alle attrezzature, alle trasferte e alle spese accessorie che ne conseguono è necessario destinare somme ingenti che spesso e volentieri sono proibitive per le giovani leve.

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E così, prima di affacciarsi alla scena dei professionisti, ci si arrangia come meglio si può. Ne sa qualcosa Matteo Berrettini, che agli inizi della sua carriera vagava in giro per l’Europa, da un torneo all’altro, a bordo di un camper, in compagnia dei suoi inseparabili familiari.

Non è tanto diversa la storia di Lorenzo Musetti, il tennista dal gioco “vintage” e dal talento straordinario che oggi esordirà in una città che non aveva mai visto ma che gli ha già rubato il cuore: Napoli.

Musetti, per amore si spostano pure le montagne

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Un giovanissimo Musetti (Twitter)

A raccontare i dettagli di una parentesi che ricorda con piacere e nostalgia è stato proprio lui, l’atleta carrarino che ha per la prima volta sfondato il muro della top 30. Ne ha parlato con Federtennis, rivivendo le emozioni di un periodo ormai lontano nel tempo ma che ha lasciato, a quanto pare, un segno indelebile nel suo cuore.

L’evento sul quale si è soffermato Musetti è il Lemon Bowl, lo storico torneo capitolino riservato alle nuove leve. La prima volta che vi prese parte vinse nella categoria Under 10 e vi fece ritorno, poi, negli anni successivi. Era pur sempre, quello, il luogo in cui era avvenuto il suo battesimo di fuoco.

“Quando penso al Lemon Bowl riesco a vivere, ancora una volta, emozioni e sensazioni legate a quelle giornate. Dormivo in campeggio con i miei genitori – ha raccontato Musetti, che per amore del tennis ha fatto tanti sacrifici – e mi scaldavo sempre con papà. Il mio coach, Simone Tartarini, venne solamente un anno. Ero piccolo ma iniziavo a sentirmi giocatore sul serio. Oggi posso dire a tutti gli effetti che è stata la mia vera, grande rampa di lancio”.

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