Fognini, nel suo futuro c’è lei: la confessione a Napoli

Fognini, la rivelazione durante un’intervista rilasciata ai microfoni di Dazn a margine dell’Atp 250 di Napoli.

In coppia con Simone Bolelli non è andata un granché bene. Sebbene insieme siano ormai rodatissimi, qualcosa a Pozzuoli non ha funzionato. Poco male in ogni caso, considerato che Fabio Fognini avrà ben presto l’occasione di rifarsi e, chissà, di regalare una piccola gioia al pubblico italiano.

Fognini
©️LaPresse

Il tennista ligure esordirà oggi nel torneo singolare e lo farà contro Hugo Grenier. Avrà dalla sua il calore dei tifosi accorsi in riva al mare per godersi le gesta degli azzurri, che non è poco per un atleta abituato a calcare i palcoscenici mondiali e ad avere raramente l’appoggio incondizionato delle tribune.

In attesa che sia tempo di scendere in campo, il marito della leggendaria Flavia Pennetta ne ha approfittato per rimuginare un po’ sul suo futuro. Gli anni passano e potrebbe arrivare molto presto il momento dei saluti. Quello dell’uscita di scena, dell’addio allo sport che gli ha dato tanto e attraverso il quale, a sua volta, molto ha dato ai suoi sostenitori.

Fognini e la Davis: un po’ sì, un po’ no

Fognini
Fognini e Bolelli in Davis ©️LaPresse

Fabio Fognini ha parlato del suo futuro ai microfoni di Dazn, facendo chiarezza su un nodo del quale a lungo si è dibattuto nell’ultimo periodo. Quando gli è stato chiesto se lo stuzzichi l’idea di diventare, dopo il ritiro, il capitano della Nazionale azzurra in Coppa Davis, la sua reazione è stata inaspettata.

“Ipotesi capitano di Davis? Può essere una cosa intrigante – ha detto il ligure – ma come diceva anche Buffon (in riferimento al calcio nel suo caso, ndr) continuare una cosa che ho fatto per oltre 10 anni non so quanto possa fare per me“.

Come a dire che gli piacerebbe diventarlo e che sarebbe un onore, certo, ma che non ne è troppo convinto. Che Fabio abbia intenzione di non riprendere mai più in mano la racchetta, una volta uscito di scena? Chi lo sa. Non resta che stare a vedere. E sperare che l’addio sia il più lontano possibile, naturalmente.

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