Sinner e Berrettini, non ci siamo: epic fail alla seconda

Sinner e Berrettini, doppio errore nel giro di sette giorni: l’epic fail “viaggia” dalla Coppa Davis alla Laver Cup.

Una scorpacciata di emozioni. Non c’è altro modo per definire le sensazioni che la prima giornata della Laver Cup ha regalato agli spettatori. Non solo a quelli seduti in tribuna, che hanno fatto carte false – e costosissime – pur di aggiudicarsi un posto nell’arena in cui Roger Federer avrebbe danzato per l’ultima volta.

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©️LaPresse

Anche il pubblico da casa si è goduto uno spettacolo che faremo fatica a dimenticare. E al quale Matteo Berrettini, forse anche un po’ inaspettatamente, ha assistito da un posto privilegiatissimo. Dalla panchina, vale a dire, del Team Europe, insieme ad alcuni dei tennisti più leggendari di tutti i tempi.

Pareva quasi incredulo, ieri. Non gli sembrava vero, probabilmente, di essere lì, a due passi dal re, nel giorno in cui il suo idolo diceva addio al tennis. Peccato solo per quell’epic fail che ha “rovinato” una delle giornate più belle e al tempo stesso commoventi degli ultimi anni.

Sinner e Berrettini, quando tanto… e quando niente

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La scritta “Berretini” sul display

Quando i tennisti del Team Europe, prima che scendesse in campo Andy Murray, sono stati invitati ad entrare nell’arena ad uno ad uno, sui display dello stadio è comparso il nome del bel Matteo. Col cognome storpiato, però. Berretini invece di Berrettini, che per un evento di questa portata, scenografico come pochi, è un errore davvero imperdonabile.

Fortuna che il romano è in ottima compagnia. Che il suo non sia il solo nome ad essere stato storpiato. Qualche giorno prima, infatti, benché in un contesto completamente diverso, era toccato anche all’amico Jannik Sinner, assistere ad uno scempio molto simile.

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La scritta Jannick a caratteri cubitali negli spogliatoi della Davis (Twitter)

Negli spogliatoi dell’Unipol Arena, che la scorsa settimana ha ospitato le qualificazioni della Coppa Davis, c’era un errore madornale nel nome apposto accanto alla gigantografia dell’altoatesino. Non Jannik ma, ahinoi, Jannick. Una “c” in più a Bologna, una “t” in meno a Londra: che dite, ce la faranno a scriverli bene, prima o poi, i nomi di questi due campioni?

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