Berrettini, c’è maretta negli spogliatoi: la lite e l’antefatto

Berrettini, l’episodio non è passato inosservato e non è neanche la prima volta che accade: cosa è successo negli spogliatoi.

La prima volta non si scorda mai. O così si spera, per lo meno. Ora per un motivo, ora per un altro, Matteo Berrettini il Canada lo ha sempre e solo sfiorato. L’esordio a Montreal è ora vicinissimo ed è comprensibile che ad accompagnare la sua trasferta in Rogers Cup ci sia quel pizzico di adrenalina che non guasta mai.

Berrettini
©️Ansafoto

Per due settimane se n’è rimasto buono, proprio per non rischiare che tutto saltasse. In palio c’è un bottino troppo ghiotto, per potersi permettere un passo falso. Mille punti che sarebbero ottimi per risalire la classifica, riappropriarsi del posto in top ten e macinare qualche chilometro in più lungo la rotta per Torino.

Le Nitto Atp Finals sono ormai dietro l’angolo ed è giusto che il romano faccia tutto ciò che è in suo potere, per battersi con gli altri maestri del circuito. “Ma non dev’essere un’ossessione” tuona in un’intervista a Sportface il suo coach, Vincenzo Santopadre, che gli ha insegnato ad essere paziente e a non rincorrere risultati poco realistici.

Berrettini e Santopadre, Verdone che passione

Berrettini
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Ha di certo tutte le potenzialità per ritornare in mezzo ai grandi, Matteo Berrettini, perciò è probabilmente solo questione di tempo. E se è arrivato a certi livelli gran parte del merito è proprio di Santopadre, al quale lo lega un rapporto che va ben oltre quello che generalmente s’instaura tra pupillo e allenatore.

“Ormai ci conosciamo da una vita – ha raccontato ancora Santopadre – Tutti i giocatori passano tanto tempo con i propri allenatori ed è fondamentale trascorrere le ore extra-campo in totale leggerezza. Durante i tornei parliamo di tutto: dagli argomenti di stretta attualità alle cose più divertenti. Ogni tanto ci piace guardare le scene dei film di Carlo Verdone e Christian De Sica per ridere insieme o recitare degli sketch”.

E non si preoccupi chi li vede o sente litigare negli spogliatoi, perché fanno finta. “Ogni tanto qualcuno dello staff ci prende sul serio – ha spiegato – mentre noi ci divertiamo come matti. Se non sei sereno nella vita di tutti i giorni, non lo sei neanche in campo. Amo la spensieratezza e prendere la vita con quell’ironia tipica di noi romani”.

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