Berrettini come Kyrgios e Fognini: c’è cascato anche lui

Berrettini, lo avreste mai detto? Ecco cosa ha in comune il tennista romano con i colleghi Nick Kyrgios e Fabio Fognini.

Di tanto in tanto borbotta fra sé e sé. Non a caso non troppo tempo fa lo chiamavano “Radio“, per via di quell’abitudine, non troppo strana per un tennista, di chiacchierare con il proprio subconscio tra un punto e l’altro. Ma a parte questo, a parte qualche smorfia, Matteo Berrettini in campo si comporta in maniera esemplare.

Berrettini
©️LaPresse

Mai una parola fuori posto, mai una reazione spropositata, mai un comportamento sgarbato. Riesce a darsi un contegno anche quando ci sarebbe da arrabbiarsi e da sbraitare, ed è per questo motivo che i media ritengono che sia un esempio perfetto per i giovani tennisti che si avvicinano per la prima volta a questo sport. Un’icona da seguire e alla quale ispirarsi, in campo come nella vita.

Già, perché Matteo è così anche nella sua quotidianità. Un ragazzo maturo ed educato i cui modi gentili lo hanno reso ancor più apprezzato in tutto il mondo. Basti pensare che solo qualche giorno fa, al Queen’s, ha stupito il modo garbatissimo in cui ha fatto i complimenti ad una giornalista inglese, prossima all’addio a Bbc Sport, per la sua carriera.

Berrettini, non fare arrabbiare mamma Claudia

Berrettini
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Ma Berrettini non è stato sempre così. E se lo dice mamma Claudia, con la quale ha un rapporto speciale, possiamo esser certi che la fonte sia affidabilissima. È stata lei a raccontare un siparietto inaspettato al quotidiano Il Messagero, dando ai lettori la possibilità di scoprire qualcosa di inedito sul conto dell’Adone romano che debutterà domani a Wimbledon.

Speriamo non rompa racchette – ha detto la mamma del tennista, tra i favoriti per la vittoria – Da giovane lo fece e mi arrabbiai molto“. Avreste mai detto che Berrettini fosse quel tipo lì? Probabilmente no.

Oggi è così misurato, così pacato, che non avremmo mai immaginato che anche lui, come Fognini e Kyrgios che sono famosi per questo, potesse perdere le staffe al punto tale da scaricare la sua frustrazione sulle racchette. Il fatto che non lo faccia più è quindi sicuramente emblematico dell’ottimo lavoro che il suo mental coach ha fatto con lui negli anni. E chissà che non possa passare il suo contatto a qualche collega un po’ troppo irascibile…

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