Sinner come non lo avete mai visto: icona in copertina

Sinner, ecco a quale progetto si è dedicato il tennista nel periodo che ha trascorso senza tennis dopo l’infortunio al Roland Garros.

Jannik Sinner non salterà la stagione sull’erba, come si era concretamente temuto dopo il suo ritiro dall’Atp di Halle. Il suo ginocchio non fa più i capricci, tant’è che l’altoatesino ha già ricominciato ad allenarsi in quel di Montecarlo. Ricomincerà da Eastbourne, per poi tentare l’impresa a Wimbledon.

Sinner
Instagram

I suoi fan si sono a lungo chiesti perché sia scomparso dai radar per un periodo di tempo così lungo. Dall’infortunio al video postato su Instagram per annunciare il suo imminente ritorno sono trascorse oltre due settimane. E nulla, nel frattempo, è trapelato a proposito delle sue condizioni di salute.

Oggi scopriamo però che in quei giorni senza tennis si è dedicato ad un progetto molto speciale. Qualcosa che esula dallo sport che lo ha reso popolare ma che, al tempo stesso, corre in parallelo alla sua carriera e al ruolo che è riuscito a ritagliarsi in tempi record in un circuito così competitivo.

Sinner in versione inedita strega i lettori

Sinner
Twitter

Jannik Sinner è uno dei protagonisti nel nuovo numero del magazine Icon, dedicato al modo in cui lo sport cambia la cultura e la società. Nella copertina a lui dedicata lo vediamo in un veste decisamente inedita. Una versione più modaiola e “fresca”, se vogliamo. Quello che è stato immortalato è un ventenne, non uno dei talenti più promettenti del circuito Atp.

Malgrado per la cover sia stata scelta una foto che non lo ritrae con la racchetta, è della sua carriera che si parla nell’intervista contenuta nella rivista. Della sua attitudine allo sport e degli innumerevoli sacrifici che ha dovuto fare per poter arrivare così in alto, così lontano.

“Ho un senso del dovere molto forte – ha raccontato Sinner ad Icon, che qualche tempo fa aveva dedicato un numero anche a Matteo Berrettini – che mi hanno insegnato i genitori. Mamma cameriera e papà cuoco in un rifugio, entrambi hanno fondato il loro mestiere sulla disciplina ferrea e mi hanno educato a portare a termine con impegno e onestà ciò che inizio. Costi quel che costi”.

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