Berrettini come Sinner: un “aiuto” per battere i più forti

Berrettini, anche per il tennista romano potrebbe esserci un supercoach all’orizzonte: le sue parole dopo la sconfitta inflittagli da Nadal.

“Il tennis è uno sport maledetto: devi sempre chiedere di più a te stesso”. Sta tutto qui, in queste poche parole, il Berrettin pensiero all’indomani di una sconfitta che, volente o nolente, gli ha portato via un sogno. Quello di arrivare in finale, per la seconda volta nella sua vita, in uno Slam.

Berrettini
©️LaPresse

Non che non abbia tempo per rifarsi, certo. Dalla sua ha certamente l’età e una caparbietà che, passo dopo passo, lo ha portato a raggiungere vette sempre più alte. Dalla lezione inflittagli da Rafael Nadal il tennista romano dovrebbe aver scoperto molto sui propri limiti e punti di forza.

E dovrebbe aver capito, soprattutto, che a questo punto serve qualcosina in più. Uno scatto che gli permetta di consolidare l’appartenenza alla top ten ma anche, perché no, di salire qualche altro gradino. Di poter battere anche quegli avversari contro i quali, all’apparenza, sembrerebbe non esserci niente da fare.

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Berrettini lucidissimo: il piano per battere i grandi

Berrettini
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Ed è per questo motivo che anche lui tira in ballo, per la prima volta in assoluto, una parola che nei giorni scorsi è stata associata a Jannik Sinner: supercoach. Ce n’è uno in arrivo anche per Matteo Berrettini? Non al momento, ma da come ha parlato nell’intervista alla Gazzetta dello Sport potrebbe non essere un’ipotesi poi così lontana.

Il tennista romano dice di non averne mai discusso con il suo coach Vincenzo Santopadre, ma dice anche di non disdegnare affatto l’idea. “Magari tra sei mesi o un anno – ha aggiunto il semifinalista degli Australian Open – le cose cambieranno. Però in questo momento non è all’ordine del giorno”.

Berrettini sa che ora come ora, più che di un supercoach, ha bisogno di affinare la sua tecnica e di lavorare su quei nervi scoperti che Nadal ha saputo sadicamente tartassare dal primo all’ultimo minuto. E inizierà a farlo subito, senza perdere neanche un istante. Perché l’Atp 500 di Rio de Janeiro è dietro l’angolo e c’è una nuova storia, tutta italiana, che non aspetta altro che di essere scritta.

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