Benedetta Radaelli, la Champions League e quella passione mai nascosta

Benedetta Radaelli sarà al timone dei prepartita della Champions League: ecco tutto quello che sappiamo sulla bellissima giornalista di Infinity. 

Prima era solo una passione. Poi, si è trasformato in un lavoro. E così, tutto quello che negli anni aveva avuto modo di imparare, guardando le partite di calcio col suo papà, lo ha potuto sfruttare sul campo. Letteralmente, dal momento che Benedetta Radaelli ha spesso lavorato anche come inviata.

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Ci sarà lei, da questo momento in poi, sulla piattaforma Infinity, a tenere compagnia agli spettatori nei prepartita. Accanto alla bella giornalista, che passo dopo passo si sta facendo apprezzare sempre più dal pubblico da casa, ci sarà Mino Taveri. Ma cosa sappiamo sul suo conto?

Che, al pari di colleghe più famose come Diletta Leotta o Giorgia Rossi, tanto per cominciare, ha una competenza innegabile in materia di calcio e di sport. Non ha nulla da invidiare ai colleghi del sesso opposto, dunque, che, anzi, ne hanno sempre elogiato professionalità e preparazione.

Benedetta Radaelli, così un hobby si è trasformato in lavoro

Benedetta Radaelli
Instagram

Ha condotto, negli anni, diversi programmi dedicati al pallone, bucando lo schermo coi suoi splendidi occhi verdi e con un portamento elegante che ben si addice a una giornalista televisiva. Cresciuta a Milano, ha un debole per i rossoneri. Ed è proprio guardando i suoi “eroi” in tv che ha deciso di diventare una giornalista sportiva.

Ha iniziato da lontano, Benedetta Radaelli. Dal 2004 al 2006, poco più che ventenne, ha lavorato per Italia 7 Gold: grazie a questa esperienza, è cresciuta tantissimo. Dopodiché, nel 2008, è iniziata la sua avventura con Mediaset. Poco dopo ha iniziato a collaborare anche con Milan Channel.

Segue il calcio con grande spirito di abnegazione, tanto è grande la sua passione. Non solo la Serie A e il suo Milan, ma anche i campionati minori e quelli esteri. Il che non fa altro che dimostrare quanto grande sia il suo amore per il pallone e per la professione che ha deciso d’intraprendere sin dalla più giovane età.

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