In sala scommesse senza mascherine e green pass: forze dell’ordine in azione

In una sala scommesse sono fioccate le sanzioni: i clienti non indossavano la mascherina e non avevano la certificazione. Ecco dove è successo. 

Le sale scommesse, giochi, bingo e casinò rientrano nell’elenco di quelle attività nelle quali è obbligatorio esibire il Green pass. L’ingresso all’interno di locali del genere è dunque subordinato all’esibizione della certificazione verde, che attesta, come sappiamo, il completamento del ciclo vaccinale, la guarigione dal Covid o la negatività riscontrata tramite tampone da non più di 48 ore.

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Il documento è obbligatorio per poter sostare in alcune attività al chiuso, come ad esempio i ristoranti. Peccato solo che non tutti si preoccupino di rispettare e di far rispettare la legge. Ma che, anzi, cerchino di bypassare le norme, mettendo così a repentaglio la salute dei clienti stessi.

I titolari delle attività per le quali è necessario il Green pass sono tenuti a controllare minuziosamente le certificazioni esibite da chi vuole accedervi. I qr code possono essere controllati, in maniera molto semplice, tramite l’app VerificaC19, che scansiona il codice decretando se sia valido o meno.

Sala scommesse nei guai a Catania

Sale giochi, scommesse, bingo
©Getty Images

Hanno ignorato l’importanza di questo passaggio, evidentemente, i titolari di una sala giochi e scommesse di Catania. Le forze dell’ordine, nell’ambito dei controlli effettuati sul territorio per verificare il rispetto dell’obbligo del Green pass, hanno “scoperto” che ogni norma era stata infranta come se nulla fosse.

All’interno dell’attività c’erano 4 clienti sprovvisti di mascherini. Tre di essi, addirittura, erano sprovvisti di certificazione verde. Il bilancio “finale” è di 9 sanzioni, per un totale di 3600 euro. Il titolare ha ricevuto due multe: una per aver permesso l’ingresso senza i dispositivi di sicurezza, l’altra per non aver verificato che i clienti fossero in possesso del Green pass.

Ma non è finita qui. La legge non ammette ignoranza, men che meno con una pandemia in atto, motivo per il quale il personale del Commissariato Librino ha immediatamente disposto la chiusura provvisoria dell’attività catanese per 5 giorni.

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