Criptovalute, Elon Musk affossa i Bitcoin: la scelta inaspettata

Criptovalute, le automobili di Tesla non potranno essere più pagate in Bitcoin. Ecco cosa è successo e perché Elon Musk ha deciso così. 

Per produrre le monete Bitcoin si consuma la stessa energia che i Paesi Bassi consumano in un anno. A dirlo, in tempi ancora non troppo sospetti, quando solo in pochi facevano uso di criptovalute, era stato il Guardian. Ma c’è qualcun altro che, nelle ultime ore, è tornato ad accendere i riflettori su una questione che, di fatto, è piuttosto allarmante.

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Stiamo parlando di Elon Musk, uno che nelle criptovalute c’ha sempre creduto tantissimo, convinto com’è che rappresentino il futuro dell’economia e della finanza. E che, non certo a caso, dallo scorso febbraio ha dato agli acquirenti la possibilità di acquistare le auto prodotte dalla sua azienda, ossia Tesla, in Bitcoin.

Ora, però, parrebbe intenzionato a sospendere l’iniziativa. Non perché parteggi per il competitor Dogecoin, ma perché, appunto, è preoccupato per l’impatto che il processo di produzione della moneta virtuale possa avere sull’ambiente. Le ragioni le ha illustrate lui stesso con un post affidato al social network Twitter.

Criptovalute, Bitcoin inquina troppa e Musk la bandisce

Elon Musk ha voluto portare all’attenzione dei suoi follower i potenziali rischi legati al mining e alle transazioni di Bitcoin. Per mining s’intende, nel gergo delle criptovalute, il processo di “estrazione”, ossia di produzione, che si basa su un avveniristico e complesso sistema informatico.

Questo sistema si avvale a sua volta di migliaia di computer che lavorano ad alta intensità e che, essendo così tanti, consumano una quantità spropositata di elettricità. Come la si produce, tutta questa energia? Con i combustibili fossili, carbone in primis, all’interno di giganteschi capannoni generalmente collocati nelle immediate vicinanze di grandi centrali elettriche.

Elon Musk è stato lapidario: nel suo post continua a sostenere il fatto che i Bitcoin siano «una buona idea su molti livelli», ma trova irragionevole che debbano avere un così «grande costo per l’ambiente». Da qui, allora, l’idea di sospendere il pagamento delle auto Tesla in Bitcoin fino a data da destinarsi. Non per sempre, certo, ma almeno fino a quando il mining non si baserà su un tipo di energia più sostenibile. Dopo il suo post, manco a dirlo, la moneta virtuale ha perso il 17% nel mercato azionario. Il suo valore non scendeva ad un livello così basso dal mese di marzo.

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