Arsenal, la pandemia costringe ai tagli: povero Gunnersaurus

Oltre all’ambito strettamente sanitario, l’emergenza Coronavirus sta avendo senz’altro anche effetti sul mondo del lavoro e del calcio: ne sa qualcosa l’Arsenal. In questi mesi drammatici, si sono infatti diffuse diverse notizie riguardanti tagli al personale o chiusure di attività messe alla strette dalla contigenza economica negativa. In questo momento così delicato, neanche il mondo miliardario del calcio è stato risparmiato.

Anche le società più ricche hanno dovuto adeguarsi al periodo storico. La prova sta nel fatto che in questa finestra di calciomercato non sono state portate a termine operazioni, per così dire, faraoniche. Niente spese folli quindi, ma non solo questo.  I maggiori club europei, che oramai possono essere paragonati a vere e proprie aziende, in questo frangente hanno anche deciso, di effettuare ridimensionamenti all’interno del proprio personale lavorativo.

In questa direzione, una storia particolare è arrivata dall’Inghilterra, paese che in quanto a cultura e folklore calcistico non ha nulla da invidiare a nessuno.

Arsenal
(Bigstockphoto)

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L’Arsenal ha licenziato il Gunnersaurus

Dopo ben 27 anni infatti, l’Arsenal ha deciso di licenziare il Gunnersaurus, ovvero la propria mascotte. Il famoso costume è indossato da Jerry Quy, tifoso della squadra londinese fin da bambino.

La mascotte aveva fatto il suo esordio nello storico stadio di Highbury, il 20 agosto 1993, in occasione di Arsenal-Manchester City finita 3-0.

Una figura davvero iconica per tutti gli appartenenti all’ambiente dei Gunners. In queste ore infatti, anche alcuni ex calciatori biancorossi si sono mobilitati contro la notizia del licenziamento. Primo fra tutti l’ex bomber Ian Wright, che ha fatto la storia del club inglese durante gli anni ’90.

Il Siviglia ne ha approfittato per scherzarci su e ne ha annunciato l’acquisto in piena febbre da calciomercato.

Sembra però che l’allontanamento di Jerry Quy sia soltanto temporaneo. Il tutto sarebbe dovuto alla mancanza di pubblico negli stadi, altro effetto disastroso della pandemia, che in questo periodo avrebbe reso inutile la figura del Gunnersaurus.

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