Cos’è questa storia dei giornali gratis su Telegram

Da alcuni giorni il servizio di messaggistica Telegram è al centro di una protesta portata avanti dagli editori italiani contro la diffusione dei giornali gratis su Internet. È una pratica illecita non espressamente né esclusivamente collegata a Telegram. Ne fruiscono tuttavia da tempo, e in misura ancora maggiore da alcune settimane, molti utilizzatori del servizio.

Sebbene le edicole siano rimaste aperte tutto il tempo, l’ipotesi largamente condivisa è che le misure restrittive adottate per contenere i contagi da coronavirus abbiano indirettamente favorito l’inclinazione a fruire illegalmente dei giornali gratis in formato digitale. Martedì 14 aprile, in base a un’analisi dei canali di scambio dei giornali su Internet, la Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha chiesto la sospensione di Telegram all’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom).

L’analisi della FIEG sui giornali gratis su Telegram

Da un’analisi di dieci canali Telegram di diffusione dei giornali in formato pdf la FIEG ha stimato una perdita per l’intero settore pari ad almeno 670 mila euro al giorno. In una proiezione del dato su base annuale la perdita sarebbe di circa 250 milioni di euro. Le iscrizioni ai canali monitorati sarebbero cresciute del 46 per cento nell’ultimo trimestre, per un totale di 580 mila utenti. La diffusione dei giornali gratis, anche per vie indirette esterne a Telegram, sarebbe cresciuta dell’88 per cento.

“La diffusione illecita di testate giornalistiche su Telegram ha raggiunto durante la pandemia livelli intollerabili per uno Stato di diritto”, ha concluso Andrea Rifesser Monti, presidente della FIEG.

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Cos’è e come funziona Telegram

Telegram è uno dei servizi di messaggistica più utilizzati nel mondo, da molto prima di essere recentemente associato in Italia alla pratica illegale di diffusione dei giornali gratis. Fondato nel 2013 dai russi Pavel e Nikolaj Durov, da marzo 2018 ha superato 200 milioni di utenti attivi al mese. E, come annunciato da Durov a novembre scorso, Telegram continua a crescere del 50 per cento ogni anno.

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(bigstockphoto/bigtunaonline)

Da un punto di vista tecnico Telegram somiglia molto a WhatsApp, la più scaricata e utilizzata app di messaggistica al mondo (circa 1,6 miliardi di utenti attivi al mese). Rispetto al suo più famoso concorrente, è emerso nel corso degli anni come un sistema più incentrato sulla sicurezza delle comunicazioni tra gli utenti, basate sulla crittografia end-to-end (poi introdotta anche da WhatsApp).

La popolarità di Telegram è molto cresciuta in anni recenti anche in relazione ad alcuni eventi che hanno avuto vasta risonanza nel mondo. È stata per esempio l’app largamente utilizzata dai manifestanti durante le proteste a Hong Kong contro l’ingerenza del governo cinese. Un altro dei principali utilizzi di Telegram è quello legato ai canali pubblici. Permettono agli amministratori di inviare messaggi a un numero potenzialmente illimitato di persone e agli iscritti di rimanere aggiornati su temi di particolare interesse.

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Nelle ultime settimane molti canali Telegram istituzionali in tutto il mondo sono stati aperti per diffondere informazioni sul coronavirus. Tramite una notifica, Telegram ha anche segnalato la disponibilità di questi canali ai suoi utenti. Il canale ufficiale del Ministero della Salute italiano conta al momento oltre 425 mila utenti iscritti.

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