“Maradona è stato all’apice soltanto pochi anni”

In una lunga conversazione con il Times Alex Ferguson, storico allenatore del Manchester United, non più in attività da cinque anni, ha raccontato molti aneddoti sul giornalista scozzese e suo amico Hugh McIlvanney, morto giovedì scorso all’età di 84 anni. McIlvanney, uno dei più famosi e rispettati giornalisti sportivi britannici, si era occupato tra le altre cose dell’editing dell’autobiografia di Ferguson Managing My Life, alla fine degli anni Novanta, ed entrambi erano da molto tempo legati da un rapporto di fiducia e rispetto reciproci.

Durante la conversazione con Ferguson il giornalista del Times ha raccontato di una volta in cui durante un pranzo di redazione McIlvanney litigò con l’ex calciatore e allenatore scozzese Graeme Souness, a proposito di chi sia da considerare il più forte tra Lionel Messi e Diego Armando Maradona. “Senti, ho giocato contro Maradona cinque volte e, credimi, vince Messi”, disse Souness. “Non me ne frega un accidente di contro chi hai giocato: vince Diego”, rispose McIlvanney. A questo proposito dice Ferguson:

Su questo sarei stato dalla parte di Souness. La carriera di Maradona al suo apice è durata soltanto pochi anni. Ma immagino quale sarebbe la risposta di Hugh [McIlvanney]. «Non sai di che ca**o stai parlando», direbbe con quella sua splendida voce roca accendendosi un altro sigaro e soffiandomi una gran boccata di fumo in faccia.

I racconti di Ferguson su McIlvanney offrono altri spunti interessanti, nel resto della conversazione. Ferguson ricorda il periodo in cui nella seconda metà degli anni Novanta lavorò a stretto contatto con McIlvanney per l’autobiografia. “Hugh diceva «potrei chiamarti», e significava che ti avrebbe chiamato. A volte nel cuore della notte il telefono squillava: «McClair con una C maiuscola o minuscola?». Ti chiamava anche tre o quattro volte al giorno. Non ci facevo caso perché sono sempre stato dell’idea che se devi fare una cosa devi farla bene”. Ferguson parla infine delle competenze, della professionalità e della serietà di McIlvanney.

Potevi fidarti, di Hugh. Al 100 per cento. Se diceva “off the record” era “off the record”, e basta. Io avevo questa reputazione di uno che teneva lontani i giornalisti. Bene, facevo così perché non scrivevano la verità e nemmeno si scusavano, ma capivo la loro situazione perché vivevano sotto un’enorme pressione. Dovevano vendere giornali, il che – da un punto di vista manageriale – cambia tutto.

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