Roland Garros, tre trionfi rimasti nella storia: hanno sovvertito i pronostici

Il Roland Garros è un luogo magico in cui tutto può succedere: ecco tre storie che dimostrano che sulla terra rossa dello Chatrier niente è impossibile.

“Adesso comandano loro, sono i leader del nostro sport. La loro è la rivalità più importante, al momento, ed è un bene per il tennis avere come riferimento nuovi giocatori”. È in questi termini che, un po’ a sorpresa, a dire la verità, Novak Djokovic ha parlato dei suoi eredi, vale a dire lo spagnolo Carlos Alcaraz e l’azzurro Jannik Sinner. I due tennisti che, più di altri, stanno dando spettacolo, da qualche tempo a questa parte, nell’ambito del circuito maggiore.

Roland Garros
Roland Garros, tre trionfi rimasti nella storia: hanno sovvertito i pronostici (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Due campioni che, pur con le dovute differenze, ci hanno in qualche modo riportato indietro nel tempo, all’epoca in cui Rafael Nadal e Roger Federer se le davano di santa ragione giocando, ogni volta, il loro miglior tennis. Il loro rapporto è completamente diverso da quello che legava lo svizzero e lo spagnolo, così come, del resto, diverse sono anche le loro personalità. Le battaglie di cui sono protagonisti, tuttavia, sono bellissime da vedere, proprio come quelle in cui duellavano i due atleti più amati del cosiddetto gruppo dei Big Three. A Roma, qualche giorno fa, ci hanno deliziati un’altra volta ancora, ma il pubblico non è assolutamente sazio di questa rivalità, tanto è vero che tutti sperano che Carlos e Jannik possano nuovamente affrontarsi quanto prima.

Sinner Alcaraz
Roland Garros, tre trionfi rimasti nella storia: hanno sovvertito i pronostici (AnsaFoto) – Ilveggente.it (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Già in occasione dell’ormai imminente Roland Garros, magari, considerando che lo Slam d’Oltralpe è praticamente dietro l’angolo e che sarebbe bello, in effetti, se Sinner avesse subito l’occasione di rifarsi e di lasciarsi alle spalle la sconfitta subita agli Internazionali d’Italia. Sono loro i due favoriti per la vittoria, ma se c’è una cosa che il Major parigino ci ha insegnato è che sulla terra rossa della capitale francese le sorprese sono ordinaria amministrazione. In passato ne sono successe di tutti i colori, ragion per cui l’epilogo di questo Slam non è affatto così scontato come, invece, potrebbe sembrare. Per provarlo abbiamo fatto una passeggiata a ritroso nel tempo e selezionato tre trionfi, assolutamente epici, che ben si conciliano con la nostra teoria. Sono le storie di tre exploit indimenticabili, nella misura in cui i protagonisti hanno sovvertito completamente i pronostici e dato prova del fatto che il tennis è incredibilmente imprevedibile e che non si deve mai dire mai.

Roland Garros 1997 a tutto Guga: la più bella tra le vittorie inaspettate

Kuerten
Roland Garros 1997 a tutto Guga: la più bella tra le vittorie inaspettate (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Una delle storie in assoluto più emblematiche, tra le tante legate a doppio filo al mitico Roland Garros, è, senza ombra di dubbio, quella di Gustavo Kuerten. Era il numero 66 del mondo quando, nel lontano 1997, scese in campo a Parigi da “insospettabile”. In tanti lo conoscevano, ma nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo su di lui. Il Guga, invece, contrariamente ad ogni pronostico e previsione, visse al di là delle Alpi una vera e propria favola. Il giovane brasiliano dal sorriso contagioso riuscì difatti ad accaparrarsi, come ricorderanno i fedelissimi del tennis, il titolo in palio sul rosso dello Chatrier, dopo aver sbaragliato avversari d’oro come Thomas Muster, Yevgeny Kafelnikov e Sergi Bruguera. Una cavalcata incredibile, tanto più che era fuori dai primi 50 e che non era candidato, alla luce di ciò, alla vittoria. Non fu un caso, però, tanto è vero che nel 2000 e nel 2001 ha vinto di nuovo e confermato il suo amore, evidentemente contraccambiato, per il Roland Garros. Nel 1997, dunque, quel campo ha visto nascere un’icona, e chi lo dice che la storia non possa ripetersi?

Outsider di lusso all’edizione 2020 dello Slam d’Oltralpe

Swiatek
Outsider di lusso all’edizione 2020 dello Slam d’Oltralpe (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Ventitré anni dopo è successa una cosa molto simile. Stavolta parliamo di tennis femminile, però, e, più precisamente, di Iga Swiatek. A quel tempo non era la campionessa plurititolata che conosciamo oggi, bestia nera di molte sue avversarie. Era solo una tennista, appena diciannovenne, con un cassetto pieno zeppo di sogni e un numero imprecisato di desideri che sperava di esaudire. Non sapeva ancora, la tenacissima polacca, che avrebbe vinto l’edizione 2020 del Roland Garros e che sarebbe diventata, grazie a quel trionfo, una delle regine indiscusse della Wta. Era ben lontana, del resto, dalla top 50, per cui nessuno poteva aspettarsi che vincesse lo Slam senza perdere, udite udite, neanche un set. Con il suo tennis aggressivo e preciso riuscì invece a fare la differenza e a conquistare, oltretutto, un gran bel record: Iga è la giocatrice con il ranking più basso ad aver trionfato sulla terra rossa di Parigi dal 1975. Un’outsider di lusso, insomma, che a quella vittoria ne ha fatte seguire, poi, molte altre ancora.

Quella volta che un ciclone di nome Jelena si abbatté sul Roland Garros

Ostapenko
Quella volta che un ciclone di nome Jelena si abbatté sul Roland Garros (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Ricalca le due storie che abbiamo raccontato anche l’epilogo del terzo ed ultimo trionfo rispetto al quale intendiamo, oggi, rinfrescarvi un po’ la memoria. Questo risale al 2017, anno in cui sull’impianto al di là delle Alpi si abbatté, in occasione del Roland Garros, un ciclone lettone. Un ciclone che risponde al nome di Jelena Ostapenko, la talentuosissima tennista, allora ventenne, che sbarcò allo Slam parigino senza aver mai vinto neanche un titolo Wta. Era la numero 47 del mondo ed era chiaro che avesse grinta e talento, ma non era molto continua: poteva vincere contro chiunque e poteva perdere, allo stesso modo, dalla prima che passava. Quando, invece, vinse il Major, dimostrò al mondo di essere una vera e propria macchina da guerra. Asfaltò senza indugio avversarie ben più esperte di lei, inclusa Simona Halep, che rimase inerme, in finale, al cospetto di quella giocatrice impietosa e temeraria. Con 54 vincenti nel match conclusivo, si aggiudicò il titolo sbaragliando ogni pronostico. E dimostrando, come già aveva fatto Kuerten qualche anno prima, che credere nell’impossibile, a volte, non è poi così sbagliato.

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