No Sinner no party: ancora un due di picche

Il numero 1 del tennis mondiale resta fermo sulle sue posizioni: ecco perché, ancora una volta, Jannik Sinner ha declinato l’invito. 

Non c’è casualità. Non dietro le scelte di Jannik Sinner. Essere numero 1 del mondo, del resto, è un impegno che richiede costanza, studio, abnegazione e anche sacrificio. Anzi, ci correggiamo: tantissimi sacrifici. Nonché una programmazione al millimetro, certosina, che faccia in modo che nulla, per l’appunto, sia lasciato al caso.

Sinner
No Sinner non party: ancora un due di picche (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Tutto, dagli allenamenti ai tornei da disputare, è incastrato alla perfezione per far sì che il campione altoatesino possa sempre e comunque dare il 100%. Il che spiega come mai, in determinate circostanze, abbia preso delle decisioni che sono state oggetto di discussione. Come quella, più datata, di non partecipare alle Olimpiadi, per esempio, al fine di preservare il suo fisico e di investire le proprie energie nel raggiungimento di obiettivi personali interni al circuito maggiore.

Le sue scelte, ad oggi, hanno pagato, quello è poco ma sicuro, checché ne dica chi ha pensato, in passato, che il suo rigore fosse addirittura esagerato. Non è un caso, pertanto, che continui a rifiutare un invito che ogni anno, puntualmente, viene imbucato nella sua cassetta delle lettere. Quello a prendere parte, cioè, alla Laver Cup, la competizione ideata da Roger Federer e oggi giunta alla sua settima edizione.

Sinner, che coerenza: anche stavolta ha detto di no

Quest’anno si giocherà al Chase Center di San Francisco, dal 19 al 21 settembre, ma anche stavolta Sinner, purtroppo, non giocherà nel Team Europe. Non perché non sia stato convocato, intendiamoci; snobbarlo, del resto, sarebbe un’autentica follia.

Federer
Sinner, che coerenza: anche stavolta ha detto di no (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Piuttosto, è lui a ritenere che sia meglio evitare gli eventi extra, probabilmente in funzione dello stesso discorso che, anni fa, fece per giustificare la sua assenza alle Olimpiadi. “Noi lo abbiamo sempre invitato – ha detto Tony Godsick, uno degli organizzatori – ma sfortunatamente non gioca molti eventi speciali, è molto attento alla programmazione e fa bene perché lo ha portato dove voleva arrivare, al numero 1. Per lui le porte sono sempre aperte”.

I grandi nomi non mancheranno comunque a San Francisco, considerando che alcuni dei più grandi campioni del circuito hanno già accettato. Holger Rune e Joao Fonseca, così come Carlos Alcaraz, indosseranno la maglia della squadra europea, sfidando ancora una volta il team composto dai giocatori che arrivano dal resto del mondo.

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