Sinner e quello sfogo inaspettato: più forte delle tentazioni

Jannik Sinner, chi lo avrebbe mai detto? La rivelazione sul suo sfogo ha rapidamente fatto il giro del mondo: ecco perché se ne parla così tanto.

Si fa presto a pensare che questi tre mesi siano stati facili perché gli hanno restituito, in un certo senso, la “libertà” di cui i campioni degni di questo nome si vedono spesso privati, impegnati come sono a rincorrere titoli e trofei. Per Jannik Sinner è stata durissima e lo si è capito dal sorriso che gli si è stampato in faccia nel momento in cui, finalmente, ha fatto ritorno in campo a Roma.

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Sinner e quello sfogo inaspettato: più forte delle tentazioni (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Giocare a tennis è la cosa che gli riesce meglio al mondo e possiamo solo immaginare quanto abbia faticato non solo a fare da “tappezzeria” al circuito, ma anche a rinunciare ad alcuni dei diritti che ha perso, temporaneamente, per effetto della sospensione a lui inflitta dalla Wada. Ma ora il peggio è ufficialmente passato ed è tempo che il numero 1 del mondo si riprenda tutto ciò che si è lasciato dietro. Con gli interessi, si spera. Sarebbe questa, d’altronde, la risposta più efficace a quanti sostengono che questi 100 giorni senza tennis possano aver scalfito la sua carriera.

Certo, ci sta che sia un po’ “arrugginito” – si fa per dire, perché è sempre fortissimo – ma non ci vorrà molto perché ritorni alla sua solita versione deluxe. Soprattutto perché, checché se ne dica, in questi 3 mesi ha fatto qualunque cosa fosse in suo potere non solo per non rimanere indietro, ma anche per migliorarsi sempre più.

Non bastano le sirene a sedurre il numero 1 del mondo

Si è dedicato ad una preparazione da atletica leggera, come ha spiegato Marco Panichi, insistendo su processi e su movimenti che in passato, per stringere i tempi, ha dovuto necessariamente trascurare.

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Non bastano le sirene a sedurre il numero 1 del mondo (AnsaFoto) – Ilveggente.it

E poi, proprio a dimostrazione del fatto che non ha lasciato nulla al caso, ha testato dei nuovi prodotti. Di questo aspetto ha parlato Luca Semperboni, responsabile medico del team dell’azzurro, nell’intervista rilasciata a Dna da bomber. “Per semplificare il rientro – ha spiegato – in questi mesi abbiamo variato l’integrazione a seconda del tipo di attività”. L’equipe del marchio di fiducia di Jannik, ha aggiunto, “ha lavorato su prodotti che ci permettessero di avere un recupero più rapido”.

“Si tratta di prodotti fatti su misura per lui, realizzati da un team di ricerca e sviluppo, dedicato unicamente a Jannik”. Si chiama Cherry ed è un concentrato di antiossidanti studiato apposta per lui. “Oltre a questo però, anche l’alimentazione ha un ruolo cruciale – ha osservato Semperboni – Sotto questo aspetto Jannick è molto ligio a tavola. Si concede un hamburger quando vince i tornei, ma è molto professionale. Piuttosto che sgarrare con un dolce si sfoga sui go-kart…“.

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