Jannik Sinner, adesso sono tutti a conoscenza del suo “peccaminoso” strappo alla regola: il suo segreto è stato dato in pasto a tutti.
Tre mesi possono essere pochi, così come possono essere tanti. Dipende dai punti di vista. Non saranno certo passati in un battibaleno, però, per Jannik Sinner, che ha trascorso ben 100 giorni, infinitamente lunghi, senza poter fare ciò che più ama al mondo: giocare a tennis. Li ha sfruttati nel migliore dei modi, quello sì, ma ciò non toglie che tornare alla vita sarà stato per lui come togliersi un grandissimo peso di dosso.

Quando diciamo che non li ha sprecati alludiamo innanzitutto al fatto che, di concerto con Marco Panichi, si sia dedicato ad una preparazione da atletica leggera. Ha lavorato su aspetti che in passato, per forza di cose, ha dovuto trascurare, per cui non tutti i mali vengono per nuocere. E poi ne ha approfittato – ha fatto bene! – per dedicarsi ad altri hobby e passioni. Nonché ad amici ai quali, per via del suo costante impegno nel Tour, non può mai dedicare il giusto tempo.
Come Antonio Giovinazzi, per esempio, al quale è particolarmente legato nonostante le occasioni di incontro siano purtroppo ridotte al lumicino. La sospensione legata alla vicenda Clostebol ha dato loro, almeno quello, la possibilità di condividere qualche momento di spensieratezza. Insieme, infatti, il pilota di Martina Franca e il tennista di Sesto Pusteria se la sono spassati, per qualche giorno, tra sport e gite fuori porte. Hanno perfino pedalato insieme al ciclista Giulio Ciccone, per cui non si può certo dire che Sinner si sia annoiato, in questi tre mesi, per quanto pesanti possano essere stati.
Sinner tradito da Giovinazzi: adesso lo sanno tutti
Anche perché, pian piano, tanti “altarini” sono stati svelati. Giovinazzi ha difatti “tradito” il suo compagno di avventure rivelando, nei giorni scorsi, qualcosa di assolutamente inaspettato.

Lo ha fatto durante l’intervista rilasciata al Corriere della Sera, tornando su quanto accaduto nei giorni “liberi” e felici trascorsi in compagnia l’uno dell’altro. “Jannik è uno di noi come Giulio, ecco perché siamo amici. Siamo persone tranquille, una bella comitiva: giochiamo alla Playstation e al simulatore, ridiamo, andiamo sui kart e in pista. E ora vogliamo organizzare una partita di tennis. Solo che dovremo trovare la formula giusta”.
Fino a questo momento non ha detto niente di male, ma poi è arrivato l’affondo: “Io e Giulio abbiamo fatto provare a Jannik le orecchiette ma è stato un po’ uno strappo alla regola. Abbiamo pochi momenti di svago a tavole. Le nostre cene sono un po’ tristi: pollo, insalata e riso. Ma Jannik ha provato già di prelibatezze pugliesi, io ancora niente delle sue parti. Bisogna che vada a trovare suo padre in Alto Adige”. Sinner buongustaio, dunque, ma niente paura: ogni tanto ci sta e male non gli avrà fatto, questa full immersion nell’ottimo cibo del Sud Italia.