Jannik Sinner, alla fine della fiera non è cambiato un bel niente. Gli aspiranti eredi del campione altoatesino dovranno farsene una ragione.
Era inevitabile che accadesse. Perché, come tutti i fenomeni degni di questo nome, anche Jannik Sinner è seguito da un numero impressionante di appassionati. Nonché di tifosi, più o meno giovani, che sognano di seguire le sue orme e di calcare, proprio come fa il numero 1 del mondo, palcoscenici di un certo livello.

Non ci sorprende, pertanto, che la Sinner mania sia esplosa a tutte le latitudini e che ovunque, tanto nel Bel Paese quanto all’estero, il campione altoatesino sia divenuto un modello da emulare. Mentre ci stupisce, quello sì, e anche tanto, che l’Italia non si sia minimamente attrezzata per fare fronte a quello che l’uragano Jannik avrebbe, inevitabilmente, determinato nei confini dello Stivale. Tanto rumore per nulla, in soldoni, ci verrebbe da dire, e adesso capirete perché.
Come rivelato dal Fatto Quotidiano, la vita degli aspiranti eredi di Sinner è dura, molto più, addirittura, di quanto si possa immaginare. Prenotare un campo per allenarsi o per fare una partitella pare sia un’impresa. E non perché ci sia il sold-out – quello pure – ma perché il numero di strutture, nel Bel Paese, non è cambiato di una virgola. Nessuno ha avvertito l’esigenza, evidentemente, di ampliare l’offerta sebbene fosse evidente, già dai tempi dell’exploit di Matteo Berrettini a Wimbledon, che qualcosa si stesse muovendo.
L’effetto Sinner svanisce nel nulla: non è andata come pensavamo
Mentre il numero di giocatori aumenta esponenzialmente, dunque, quello dei campi resta immutato. Ce ne sono, in tutta Italia, poco più di 10mila, per cui il sovraffollamento è del tutto inevitabile.

E questo, come facilmente intuibile, va a vantaggio di un altro sport, quello sul quale tanti, per ovvie ragioni, stanno ripiegando: il padel. I campi sono più redditizi, innanzitutto, per cui si capisce bene perché i gestori dei circoli lo spingano così tanto e decidano di optare, spesso e volentieri, per esso. E poi perché due campi da padel occupano lo stesso spazio di un campo da tennis, ragion per cui il guadagno raddoppia.
Non è accaduto nulla, perciò, di tutto quello che avevamo previsto accadesse. Nonostante il fenomeno Sinner, infatti, il mondo del tennis azzurro non ne ha tratto alcun giovamento. Senza campi, del resto – non è così che diceva quel vecchio e famosissimo adagio? – messe non se ne cantano.