Guai dopo l’effetto Sinner: tennis italiano con le spalle al muro

Guai dopo l’effetto Sinner: il tennis italiano è con le spalle al muro. Ecco che cosa sta succedendo dentro questo sport

L’effetto Sinner ha dei pro e dei contro. Da quando l’azzurro ha iniziato a vincere tornei, diventando il nuovo numero uno al mondo, sono molti i giovani italiani che hanno deciso di intraprendere questo sport. Immaginabile, succede sempre in questo modo e, in questo modo, è anche più facile riuscire a trovare un campione.

Primo piano Sinner
Guai dopo l’effetto Sinner: tennis italiano con le spalle al muro (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Proprio così è successo a Jannik, che prima di diventare un tennista andava sugli scii e poi ha deciso di cambiare totalmente. E per fortuna, aggiungiamo noi, visti i risultati. Ma un’inchiesta riportata dal sito de Il Fatto Quotidiano, mette in evidenza quelli che sono i veri problemi in questo momento.

Guai dopo l’effetto Sinner: ecco il boomerang

Negli ultimi vent’anni i tesserati della Fit sono passati da 185 mila del 2005 ai 385mila del 2015 e infine si sono raddoppiati nell’ultimo biennio, quello che ha visto appunto Sinner diventare il nuovo numero uno al mondo di questo sport. Alberto Paris, consigliere regionale lombardo della Federazione, specifica: “Questi dati vanno letti considerando che 700mila di questi tesserati fanno parte del progetto Racchetta in classe, un’iniziativa che coinvolge gli studenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado. Gli studenti seguono una serie di incontri sugli sport con racchetta insieme ai tecnici federali. Inoltre, bisogna tenere presente che circa l’80% di questi sono tennisti, il restante sono padelisti. In ogni caso, si tratta di numeri record per il movimento”.

Sinner primo piano
Guai dopo l’effetto Sinner: ecco il boomerang (AnsaFoto) – Ilveggente.it

Ma c’è come al solito il rovescio della medaglia: se i tesserati sono aumentati a livello esponenziale, i circoli sono rimasti identici. Sono poco più di 10mila i campi di tennis in Italia, con una media di 0,17 per mille abitanti. E siccome esiste un evidente problema di sovraffollamento, chi li gestisce ha deciso di aumentare i prezzi, con un costo orario che si aggira intorno ai 20euro. Emanuele Pigato, ex giocatore professionista e oggi gestore di un circolo nel nord di Milano, spiega: “Stiamo rinnovando il circolo e abbiamo deciso di costruire quattro campi da padel. In precedenza non ne avevamo, ma è senza dubbio più conveniente. Su una superficie dove si potrebbe costruire un solo campo da tennis, è possibile realizzare due campi da padel. Inoltre, essendo uno sport che si gioca in quattro, ha un prezzo medio più alto. Una partita di padel dura circa un’ora e mezza e costa tra i 40 e i 60 euro, molto più redditizio rispetto a un’ora di tennis, che può costare tra i 20 e i 35 euro“.

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