Matteo Berrettini, la nostalgia si fa sentire: nell’intervista una confessione inaspettata sulla storia che credevamo si fosse ormai lasciato alle spalle.
13 anni sono tanti. In un lasso di tempo così lungo si impara a conoscere l’altro non bene, ma benissimo, anche più di quanto non si conosca se stessi. Si condividono una marea di cose, si litiga, si fa pace. In quasi 5 lustri, insomma, ne accadono veramente di tutti i colori.

E lo sanno bene Matteo Berrettini e Vincenzo Santopadre, che nell’autunno del 2023 si sono detti addio dopo aver lavorato fianco a fianco per, appunto, 13, lunghissimi, anni. Il coach romano lo ha preso con sé quando era ancora un ragazzino, quando non aveva neanche un quarto dei muscoli che può sfoggiare oggi che è un campione. Insieme hanno vissuto dei momenti magici, primo fra tutti la finale di Wimbledon del 2021, che continua a rappresentare il traguardo più importante che Matteo abbia mai tagliato nel corso della sua carriera.
Ma hanno anche vissuto, ed è giusto sottolinearlo, tante fasi difficilissime. Dopo il successo all’All England Club, infatti, tutto è andato, in un certo senso, a rotoli. Berrettini ha iniziato a fare i conti con gli infortuni più disparati ed è stato più volte costretto a fermarsi. Cosa che ha messo a dura prova i suoi nervi, come ha ammesso lui in prima persona, e che ha avuto delle ripercussioni inevitabili anche sul suo ranking. Lui, che un tempo era sesto nella classifica mondiale, si è ritrovato addirittura fuori, ad un certo punto, dalla top 100.
Berrettini, certi amori non finiscono mai
Come ogni coppia che si rispetti, insomma, Vincenzo e Matteo hanno attraversato tempeste e burrasche, pur rimanendo sempre l’uno al fianco dell’altro. Fino a che non hanno deciso, di comune accordo, di voltare pagina e di regalarsi nuove esperienze. Separandosi, stavolta.

I due sono così legati, però, che neanche la separazione professionale li ha allontanati del tutto. Tanto è vero che Santopadre, nell’intervista a Repubblica, ha speso delle parole bellissime in ricordo degli anni trascorsi insieme: “Credo che la nostra sia una storia unica – ha commentato – Per me è stato come un figlio: siamo cresciuti assieme, cambiando entrambi pelle durante il percorso. Sono stato maestro, allenatore, coach. Abbiamo interpretato bene i ruoli: mai un litigio, giuro”.
“Abbiamo costruito qualcosa: sono felice – ha aggiunto l’ex allenatore di Berrettini – dei suoi risultati odierni perché in qualche modo sono anche miei, come persona gli voglio un gran bene. Perché le cose vadano così, ci vogliono anche genitori all’altezza, in grado di capire che quel percorso è lungo e va affrontato per tappe: oggi purtroppo vedo troppe mamme e papà che assomigliano a quelli del calcio, ossessionati dal successo in tempi brevi”. Perché è vero, in fondo, che certi amori non finiscono mai.