Sinner, che sfiga: non c’è stato niente da fare

Sinner, se non è sfortuna questa, non sapremmo come altro definirla: non c’è stato verso, era destino che andasse così.

Al di là della rete non ci sarà un avversario qualunque, da prendere a pallate in maniera spietata e senza il benché minimo scrupolo. Ci sarà, bensì, un suo caro amico, il piemontese Lorenzo Sonego. Un derby azzurro in terra iberica attorno al quale, manco a dirlo, si è creato un gran clamore. Perché fa sempre un certo effetto, appunto, vedere due amici che sono costretti a darsele di santa ragione in nome del dio tennis.

Sinner, che sfiga: non c'è stato niente da fare
Jannik Sinner (LaPresse) – ilveggente.it

Ma tant’è. Così ha voluto il sorteggio del tabellone principale di Madrid e questo, per forza di cose, dovranno fare i due italiani. Oggi è il gran giorno e tutto è pronto, alla Caja Magica, per affrontare questa sfida all’insegna dei sentimenti. Il torinese ha già avuto modo di sgranchirsi le gambe sul mattone tritato della capitale spagnola, mentre per il nativo di San Candido si tratterà di un debutto. Avendo usufruito di un bye, Sinner ha saltato il primo turno ed ha avuto la possibilità di esordire direttamente al secondo.

Si è allenato duramente, però, per prendere confidenza con la superficie su cui fa più, si fa per modo di dire, fatica. Gioca benissimo anche lì, ma il rosso si sposa un po’ meno bene con il suo gioco veloce e con lo stile dei suoi colpi da maestro. Rende un po’ meno che sul cemento, mettiamola così, ma tempo al tempo: sfaterà, prima o poi, anche questo tabù.

Sinner, pure il bis: manco a farlo apposta

Per il momento non lo ha fatto, però. Anzi, in allenamento gliene sono successe, nel vero senso della parola, di tutti i colori. Jannik ha partecipato a una sessione con il numero 33 del mondo, Jordan Thompson, e bisogna ammettere che in quell’occasione non è stato particolarmente fortunato, anzi.


Non per una, ma per ben due volte, il numero 2 del mondo è stato colpito dalla pallina gialla in maniera del tutto inaspettata. Se all’arrivo del primo “missile” si è girato, attutendo il colpo con la schiena, la seconda è finita direttamente, dopo un anomalo rimbalzo, sul suo volto. Niente di grave, fortunatamente, ma se il buongiorno si vede dal mattino questo inizio potrebbe non essere così incoraggiante.

Fortuna che questi sono i rischi del mestiere e che Jannik sarà abbondantemente abituato alle palline che prendono traiettorie inaspettate e che sembrano cascare dal cielo laddove meno te l’aspetti.

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