Berrettini, altro che coincidenze: è un vero e proprio incubo

Berrettini, il destino a volte sa essere davvero molto beffardo: c’`un piccolo dettaglio che ha dell’incredibile.

Nel primo video, per certi versi esilarante, si vedeva Matteo Berrettini “soffrire” tra gli spalti e tamburellare il piede in maniera abbastanza compulsiva, senza alcun controllo. Segno che ci sperava con tutto se stesso, che accadesse quello che poi, finalmente, è successo per davvero.

Berrettini, altro che coincidenze: è un vero e proprio incubo
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Nel secondo filmato qualcuno è invece riuscito ad immortalare uno degli abbracci più veri e sinceri che si siano mai visti a margine del tour. Perché quando c’è il dna di mezzo, in fondo, l’empatia è quasi automatica. Ed è per questo motivo che l’ex numero 1 d’Italia ha vissuto la prima partita di suo fratello Jacopo in un torneo Atp come se fosse la sua. Sentiva le stesse cose del secondogenito di casa Berrettini, che a differenza del primo arrivato non aveva mai raggiunto un risultato tanto importante come quello di Acapulco.

Quando Jacopo ha vinto, i due fratelli si sono stretti in un abbraccio che definirlo cinematografico sarebbe riduttivo. E in quell’abbraccio c’era tutto: la gioia, la tensione, la consapevolezza che tutto arriva per chi sa aspettare. Ma c’è un dettaglio ancora, in questo bellissimo quadretto familiare, sul quale vale la pena soffermarsi. Un dettaglio che a pensarci, in qualche modo, fa accapponare la pelle.

Il curioso ruolo di Oscar Otte nell’ascesa dei fratelli Berrettini

Jacopo Berrettini ha vinto la sua prima partita in un torneo Atp battendo in tre set – o forse sarebbe meglio dire due e un po’, considerando che il suo avversario si è ritirato al terzo game dell’ultimo parziale – Oscar Otte.

Lo stesso tennista tedesco contro il quale Matteo vinse il 27 maggio del 2018 sui campi in terra rossa del Roland Garros. Quando, per inciso, si aggiudicò la sua prima vittoria in uno Slam. Ecco che Otte ha dunque rivestito un ruolo chiave, seppur in due momenti completamente diversi, nell’ascesa dei due tennisti capitolini. Quei tennisti il cui cognome, a questo punto, sarà diventato per lui un vero e proprio incubo.

Una coincidenza che aggiunge un pizzico di magia in più a questa trasferta messicana, che ha fatto certamente da spartiacque nella carriera di Jacopo Berrettini. E di tutta la sua famiglia, per la verità, partita per Acapulco al gran completo perché né papà Luca e né mamma Claudia si sarebbero mai e poi mai persi la possibilità di vedere i loro due pupilli giocare nello stesso campo.

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