Rottamazione 2023, non solo bollo auto e multe: novità inaspettata

Rottamazione 2023, la pace fiscale sarà estesa anche ad altre categorie di debito precedentemente escluse: tutte le novità.

Gli italiani stanno tenendo le dita incrociate. Le premesse di questa attesissima pace fiscale sono buone, ma sono ancora tanti, al tempo stesso, i nodi da sciogliere. Le indiscrezioni circolate in merito, tuttavia, ci fanno ben sperare. Soprattutto quelle trapelate nelle ultime ore.

Rottamazione 2023, non solo bollo auto e multe: novità inaspettata

Sembra quasi certo che la sanatoria riguarderà le cartelle esattoriali derivanti da bolli auto non pagati, multe e Tari. Eppure, stando alle ultime voci, pare che ci sia in ballo molto di più e che il governo abbia tutta l’intenzione di estendere la Rottamazione 2023 ad altre categorie in precedenza escluse.

Oltre ad Ires, Irap, Irpef ed Iva si sta pensando di includere, infatti, anche le imposte derivanti da immobili e attività detenute all’estero. Il che includerebbe di fatto una categoria tutta nuova, ossia quella delle criptovalute, che sono considerate attività estere e possono implicare, di conseguenza, plusvalenze da tassare.

Rottamazione 2023, novità anche sul fronte criptovalute

Rottamazione 2023, non solo bollo auto e multe: novità inaspettata
Pixabay

L’ipotesi sta prendendo quota sempre più, a riprova del fatto che non si tratta di una mera indiscrezione. Non resta che capire, a questo punto, quali debiti, nello specifico, saranno inglobati nella Rottamazione 2023 della quale tanto si sta parlando in questi giorni.

Iniziamo col dire che le cartelle esattoriali oggetto dell’attesissima sanatoria sono quelle collegate ai debiti affidati all’Ex Equitalia, ora Agenzia delle entrate-riscossione. L’orizzonte temporale coperto dal provvedimento non è invece ancora chiaro, ma potrebbe fermarsi al 31 dicembre 2017.

Per quanto riguarda le imposte legate agli immobili e alle attività detenuti all’estero, la sanatoria riguarderà nello specifico l’IVIE e l’IVAFE, che si è tenuti a corrispondere quando si detengono prodotti finanziari o fabbricati al di fuori dei confini italiani. Per saperne di più dovremo comunque attendere, naturalmente, comunicazioni ufficiali da parte del governo.

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