Berrettini e Sinner, non è tutto oro quel che luccica: funziona così

Berrettini e Sinner, l’intervista ha acceso i riflettori su cosa accade dietro le quinte del tennis professionistico: tutti i dettagli.

Hanno case faraoniche, auto che ruggiscono, abiti e accessori super griffati. I tennisti famosi non hanno nulla da invidiare, in termini di guadagni, ai colleghi del mondo del calcio. Anche i loro conti in banca sono straordinariamente gonfi, al punto tale da permettere loro di condurre vite agiatissime.

Berrettini
©️LaPresse

Ma vi siete mai chiesti come un giocatore di tennis gestisca il suo patrimonio? Quanto gli resti effettivamente in tasca al termine di ogni torneo Atp o Slam? Probabilmente no, ma è doveroso sottolineare che Matteo Berrettini & Co, a differenza di atleti di altre discipline, sono costretti a sostenere delle spese fisse di non poco conto.

Questo non vuol dire, ovviamente, che arranchino o fatichino ad arrivare a fine mese, ma solo che non è tutto oro quel che luccica. Che dai golosissimi montepremi sui quali mettono le mani quando passano al turno successivo di un torneo, o quando addirittura lo vincono, è necessario sottrarre delle cifre che a volte possono essere piuttosto ingenti.

Cosa resta a Berrettini e Sinner

Berrettini
Medvedev ©️LaPresse

A rivelare come funzionino le “aziende” personali di ogni singolo tennista è stato Daniil Medvedev, ex numero uno e secondo giocatore ad aver guadagnato di più nel 2022. In questi ultimi mesi ha racimolato in totale 7,48 milioni di dollari, 1 e mezzo in meno di Novak Djokovic. Ecco cosa ha detto il russo a TinkOff Investiments a proposito della gestione del denaro vinto durante le varie stagioni.

“Una certa quantità di denaro – ha riferito Medvedev – è usata sempre per mantenere la propria squadra. C’è un allenatore, un preparatore atletico, alle volte dei dottori e fisioterapisti. Tutto questo è abbastanza caro perché ci sono da pagare i biglietti aerei e gli alloggi, per esempio. Oltre a ciò, loro guadagnano un salario fisso e una percentuale dei montepremi conquistati”.

“In teoria si può viaggiare anche senza coach – ha sottolineato ancora Daniil, che da qualche giorno è diventato papà – e senza una squadra alle proprie spalle, ma così non si otterranno i risultati sperati“.

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