Tennis, scintille sotto rete: la lite continua online – VIDEO

Tennis, volano gli stracci tra due giocatori dentro e fuori dal campo: cosa è successo e perché sono arrivati a tanto.

Roger Federer non è diventato una leggenda solo ed esclusivamente per il suo gioco, maestoso ed elegante. Anche il modo in cui si è comportato in questi due decenni ha contribuito, senza ombra di dubbio, a fare di lui un eroe, un modello dal quale trarre ispirazione.

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Mai una parola fuori posto, mai una sfuriata eccessiva. Non si può dire lo stesso, purtroppo, di molti degli aspiranti campioni che popolano oggi il circuito tennistico. Le scenate sono all’ordine del giorno e sono ben poche le racchette che sopravvivono alla rabbia, spesso funesta, dei tennisti moderni.

Si pensi a quello che è successo ieri al Challenger di Orleans, ad esempio. Un episodio raro, ma sfortunatamente non isolato, che sta peraltro avendo degli strascichi vergognosi quanto la lite in sé. E vergognoso è pure il video, che ha inevitabilmente fatto il giro del web e lasciato senza parole il popolo dei social.

Tennis, la spallata e le botte: è successo ad Orleans

I protagonisti di questa brutta pagina di tennis sono il tennista francese Corentin Moutet e il bulgaro Adrian Andreev, che si erano già affrontati la scorsa settimana a Genova. Potrebbe esserci stato qualche screzio in Liguria, ma quest’aspetto non è ancora stato ben chiarito dai diretti interessati. E non legittimerebbe, in ogni caso, quello che è accaduto sotto rete, dinanzi al pubblico attonito.

Al termine del match, vinto in rimonta da Andreev, i due si sono stretti la mano; dopodiché, il vincitore ha dato una spallata al suo avversario e, da quel momento in poi, la situazione è precipitata. I due sono venuti alle mani ed è stato il giudice di sedia, che si è affrettato a scendere dalla torretta, a dividerli e ad evitare che la lite degenerasse ulteriormente.

La cosa grave è che non è ancora finita. Moutet è tornato all’attacco anche sui social, con un post al vetriolo rivolto al bulgaro. “Non mi scuso per quello che è successo a fine match – ha detto – Quando un giocatore per due volte ti dice vaffa**** guardandoti negli occhi io non posso nascondermi e non posso non fargli capire che questo è sbagliato. A fine partita voi avete applaudito. Per voi ci sono cose accettabili, per me no”. “In ogni caso – ha scritto ancora – lui mi ha minacciato e mi ha chiesto di attenderlo all’uscita del campo. Cosa che ho fatto per dieci minuti, ma quando si è presentato era con sei persone della security che lo proteggevano. Ti sei nascosto. Io ho sentito bene le tue minacce. Attendo pazientemente e spero di avere la possibilità di fare due chiacchiere con te, con calma”.

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