Berrettini in finale a Gstaad: se la “minaccia” fa più paura della sconfitta

Berrettini, è Ruud l’avversario da battere per vincere il terzo titolo di fila. C’è qualcosa che lo spaventa più di una possibile sconfitta.

Quando al tie-break del secondo set, nella partita contro Pedro Martinez, era sotto di 4 punti, tutto ci saremmo aspettati meno che di vederlo in finale domenica. Ma Matteo Berrettini in un modo o nell’altro riesce sempre a stupirci e anche stavolta, guarda caso, ha pienamente centrato l’obiettivo.

Berrettini
©️LaPresse

La dodicesima vittoria consecutivaun filotto intervallato solo dal Covid, che ha colpito alla vigilia di Wimbledon – gli è valsa l’accesso alla terza finale in poco più di 30 giorni. Un autentico record, se si considera che il romano era reduce da un intervento alla mano e da uno stop lunghissimo.

Ma sulla terra di Gstaad, così come sull’erba di Stoccarda e del Queen’s, è riuscito a farsi valere e a giocare ancor meglio di quanto osassimo sperare. Un campione senza se e senza ma che tenterà l’impresa anche oggi, tra le Alpi svizzere, nella speranza di portare a casa un terzo titolo e un altro po’ di punti.

Berrettini, uno spauracchio al sapor di panna

Berrettini
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Poco importa però se non dovesse riuscirci. C’è qualcosa che spaventa il tennista capitolino più di una finale persa. Non è quella la cosa peggiore che possa immaginare, benché sia uno sportivo e vincere, nel suo caso, dovrebbe teoricamente essere la cosa più importante.

Lo ha detto non troppo tempo fa, cosa gli fa più paura di una sconfitta in un’ipotetica finale. Qualche tempo fa gli è stato chiesto se fosse peggio perdere ad un passo da un possibile trofeo o essere costretto a mangiare la carbonara con panna e wurstel per il resto dei suoi giorni.

Berrettini non ha dovuto pensarci su neanche troppo a lungo, per la verità. Il solo pensiero di quel piatto che violava tutti i principi della cucina capitolina lo ha terrorizzato. “Tutti i giorni?” ha chiesto sconcertato alla giornalista che gli aveva rivolto la buffa domanda, lasciando intendere chiaramente che una finale persa è niente in confronto a una minaccia culinaria di questo tipo. E in effetti non ha mica tutti i torti…

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