Sinner e quell’addio al calcio: la sorprendente rivelazione

Sinner rivela un particolare inedito del suo passato in un’intervista a cuore aperto: ecco cosa ha detto il tennista altoatesino.

Il suo papà è un cuoco. La mamma lavora come cameriera. Jannik Sinner non perde occasione per ricordarlo al mondo intero, che ad inculcargli l’etica del lavoro e del sacrificio, caratteristica che gli è sempre stata riconosciuta da tutti, sono stati proprio i suoi genitori. Ed è evidente che gliene sia grato.

Sinner
©️LaPresse

Ha raccontato questo e molto altro ancora nell’intervista rilasciata qualche ora fa nell’ambito di una campagna pubblicitaria di cui è protagonista. Quella, lanciata da Fastweb, a tema “Io sono futuro”, che gli casca decisamente a pennello, essendo lui destinato a scrivere la storia del tennis nei prossimi anni.

Grazie all’estratto pubblicato sul sito dell’azienda italiana abbiamo poi scoperto molti aspetti di Sinner poco noti al grande pubblico. Perché abbia scelto il tennis, per esempio, dal momento che ha sempre brillato in qualunque sport si sia cimentato. E la risposta, come scoprirete tra poco, è sorprendente.

Sinner

Sinner
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“Ho riconosciuto me e la mia personalità facendo altre cose – spiega il giovane altoatesino – Giocando a calcio e tennis ho capito che il tennis era quello giusto perché io vedo un avversario e devo competere contro quello lì; nello sci vai giù e non vedi nessuno, mentre nel calcio che una persona faccia la differenza è molto difficile. Così ho capito me stesso”.

Ed è per questo che lavora duramente ogni giorno, con una tenacia e con una forza di volontà che appartengono a ben pochi atleti. “In un campo da tennis sei sempre in difficoltà, c’è pressione, ci sono gli avversari, qualche volta campi che ti piacciono un po’ meno, quindi ti alleni per tirarti fuori da queste situazioni difficili”.

“Ancora non sono un campione – ha infine sottolineato con l’umiltà che da sempre lo contraddistingue – ma sto lavorando per questo. Per arrivare ai sogni devi fare tanti sacrifici: la strada è ancora lunga, ma non ho paura di mettermi in situazioni di stress”.

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